L’idraulico, il camionista, l’informatico, il soldato: chi sono gli stupratori di Gisèle Pelicot
Se il caso di Giséle Pelicot ha scioccato tutta la Francia, per non dire tutto il mondo, il motivo non è riconducibile solo alle numerosissime violenze sessuali di cui è stata vittima. A colpire è anche il fatto che i cinquanta uomini complici di Dominique Pelicot, il marito della donna condannato a 20 anni di carcere, sono stati descritti come monsieur tout-le-monde, uomini della porta accanto. I 50 co-imputati per le violenze su Giséle Pelicot, ricorda il Corriere della Sera, hanno età molto varie, dai 27 ai 62 anni. Per quanto riguarda le professioni, poi, c’è una grande varietà: c’è un falegname, un informatico, un idraulico, un giornalista, un soldato, un panettiere.
Gli abusi sessuali e le dipendenze
C’è un filo rosso, inoltre, che sembra collegare molti dei presunti stupratori. Diciassette di loro, ossia un terzo del totale, hanno dichiarato infatti di esser stati vittime di abusi sessuali durante l’infanzia. Tra loro c’è anche lo stesso Dominique Pelicot, marito della vittima e vero orchestratore degli stupri di gruppo. Dei cinquanta uomini imputati nel processo di Avignone, poi, tredici si sono detti dipendenti da alcol o droghe.
Chi sono i co-imputati per gli stupri di Giséle Pelicot
A raccontare più nel dettaglio le vite dei presunti stupratori è il Guardian, che ha raccolto informazioni e aneddoti su ognuno di loro. Simone M., un militare, è uno dei cinquantuno co-imputati per lo stupro di Giséle Pelicot. Prima di arruolarsi, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Noumé, in Nuova Caledonia. Ha raccontato di essere stato ripetutamente stuprato da un amico dei genitori, che lo aveva chiamato a sé per occuparsi delle capre nella sua fattoria. Poi c’è Didier S., camionista, che in aula ha rivelato di essere stato costretto a fare sesso con un uomo in un parco quando aveva 15 anni.
Le attenuanti
Secondo Annabelle Montagne, la psicologa che ha esaminato metà dei 51 co-imputati per gli stupri di Gisèle Pelicot, «non tutti gli individui vittime di violenze diventano violentatori. Ma è un fattore da tenere in considerazione». E a guardare l’esito del processo, sembra che le storie dei 51 uomini siano state tenute davvero in considerazione. Se il marito della donna è stato condannato a 20 anni di carcere, per tutti gli altri le condanne vanno da 3 a 15 anni. La corte di Avignone ha deciso caso per caso, guardando – tra le altre cose – proprio ai racconti di eventuali abusi sessuali subiti durante l’infanzia o l’adolescenza.
In copertina: Gisele Pelicot fuori dal tribunale di Avignone, in Francia, 16 dicembre 2024 (EPA/Guillaume Horcajuelo)