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La storia di Paola Pettinà, la falsa badante accusata di aver drogato e ucciso gli anziani in provincia di Vicenza

21 Dicembre 2024 - 15:32 Stefania Carboni
paola pettina
paola pettina
In carcere per la morte dell'81enne Imelda Stevan, risulta coinvolta in altre tre morti sospette. Ai suoi assistiti (e non solo) avrebbe somministrato dosi massicce di Tavor, Xanax e Lorazepam

Oltre all’omicidio dell’81enne Imelda Stevan, per cui è finita in carcere, ci sono altre tre morti sospette sul caso di Paola Pettinà, la falsa badante che nel vicentino avrebbe intossicato i suoi assistiti con dosi massicce di farmaci. Secondo quanto segnalano i giornalisti Bernardini e Neri sul Giornale di Vicenza sarebbero quattro in totale le morti sospette oltre ai tentati omicidi, tra cui quello dell’ex compagno. La donna somministrava alle persone che assisteva, spacciandosi per operatrice socio sanitaria, dosi massicce di Tavor, Xanax e Lorazepam. Molti anziani finivano in stato di incoscienza e, nel caso di Stevan, sopraggiungeva anche la morte. Ora Pettinà si trova nel carcere di Montorio, con l’accusa di omicidio nei confronti dell’anziana Stevan. Per il gip potrebbe reiterare reati. Rimane indagata, a piede libero, anche per i decessi di Graziella Pulliero, il 19 febbraio scorso, quello del marito Romano Rossi, 88 anni, mancato il primo marzo successivo e Alessandra Balestra (75enne, mamma dell’ex compagno della Pettinà) deceduta per complicazioni di patologie pregresse alle quali si sarebbe aggiunto il sovradosaggio di farmaci ricevuti.

«Ci siamo fidati, non sapevamo in che mani avevamo messo nostra madre»

«Siamo distrutti e arrabbiati, anche con noi stessi perché la mamma gliel’abbiamo affidata noi. Il fatto che sia stata arrestata un po’ ci solleva, ma ora vogliamo giustizia. E soprattutto vogliamo sapere perché avrebbe fatto tutto questo», hanno dichiarato i figli di Imelda Stevan, la prima vittima individuata, al Giornale di Vicenza. «Di quella donna ci siamo fidati, perché si presentava bene e anche per il fatto che era italiana e questo favoriva la comunicazione senza creare problemi. Dava l’idea di sapere il fatto suo, non potevamo immaginare in che mani avevamo messo la mamma». E chiedono: «Al di là di indagini, processi ed eventuali condanne, quello che ci preme sapere è la ragione del comportamento di questa donna. Cosa le aveva fatto nostra madre?».

Ha comprato oltre 270 scatole di Xanax in pochi mesi

Secondo quanto emerso durante le indagini Pettinà otteneva i farmaci tramite fotocopie di ricette in bianco, assicurando al farmacista di avere in casa gli originali. La 46enne avrebbe acquistato in 25 farmacie, per un totale di 272 confezioni di Xanax in pochi mesi. «Forse ho esagerato con le benzodiazepine, ma vedevo gli anziani agitati, non volevo far loro del male», avrebbe dichiarato la donna ai carabinieri al momento del fermo, avvenuto mercoledì sera.

L’inchiesta

Sono 7 i faldoni dell’inchiesta del pubblico ministero Maria Elena Pinna. L’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Dal 2022 agiva come Oss, senza esserlo, spacciandosi anche come un’operatrice dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. E avrebbe lavorato in molte case, soprattutto del Thienese e dell’Est Vicentino.
Avrebbe tentato di uccidere 4 pensionati (una coppia di Maragnole di Breganze, una pensionata di Sandrigo, poi deceduta ma per altre cause, e una di Vicenza). Il suo ex compagno Giovanni, riporta la testata locale, si sarebbe salvato solo grazie a un accesso al pronto soccorso. L’inchiesta è partita dopo la denuncia dei figli di Imelda Stevan assieme ai parenti della coppia di Breganze che avrebbero subito un tentato omicidio.

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