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Spagna, accordo tra governo e sindacati per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario

21 Dicembre 2024 - 10:22 Gianluca Brambilla
spagna riduzione orario lavoro
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Prevede 37 ore e mezzo a settimana. La ministra Díaz: «Il tempo personale è un diritto, non un lusso»

La Spagna fa un altro piccolo passo verso l’introduzione della settimana corta. Venerdì 20 settembre, il governo di Pedro Sánchez e i due maggiori sindacati del Paese – Ugt e Ccoo – hanno raggiunto un accordo per accorciare l’orario lavorativo da 40 a 37,5 ore settimanali a parità di retribuzione. La novità, che deve ancora essere approvata in via definitiva dal parlamento, si scontra con la posizione delle imprese. Secondo Ceoe, la principale associazione spagnola dei datori di lavoro, la riduzione della settimana lavorativa non dovrebbe essere imposta per legge ma incentivata dalle singole aziende attraverso contrattazioni con i dipendenti.

La riduzione dell’orario settimanale

L’accordo raggiunto da governo spagnolo e sindacati prevede multe piuttosto salate per le aziende che non si conformano alle nuove regole sull’orario di lavoro. Le sanzioni a carico delle imprese, scrive Reuters, supereranno i 10mila euro per ogni lavoratore a cui non sarà adeguato il contratto. «Oggi stiamo saldando un debito con i lavoratori spagnoli e con le nuove generazioni, che hanno capito che il tempo personale non è un lusso, ma un diritto fondamentale», ha esultato Yolanda Díaz, ministra del Lavoro e leader del partito di sinistra Sumar. Soddisfatto, ma più cauto, il ministro dell’Economia Carlos Cuerpo, in quota Partito Socialista, che ha appoggiato le nuove regole ma ha anche mandato segnali di distensione al mondo delle imprese. Le nuove regole, ha detto nei giorni scorsi, potrebbero essere posticipate al 2026 per dare più tempo alle aziende di adeguarsi.

Le norme del governo Sánchez sul lavoro

L’accordo sulla riduzione dell’orario di lavoro era una delle promesse elettorali fatte dalla coalizione di centrosinistra di Pedro Sánchez, che si ritrova a guidare un governo di minoranza dopo le elezioni del 2023. A guidare le politiche dell’esecutivo spagnolo in tema di lavoro è Yolanda Díaz, diventata un punto di riferimento per i partiti progressisti di tutta Europa. Da quando ha assunto la carica di ministra del Lavoro, la leader di Sumar ha inaugurato una nuova stagione di diritti per i lavoratori, alzando il salario minimo legale e rendendo la Spagna il primo Paese europeo ad approvare una legge che riconoscesse a tutti i rider lo status di dipendenti. Più di recente, Díaz ha rimesso mano allo Statuto di Lavoratori per introdurre il «congedo climatico», ossia la possibilità per i dipendenti di usufruire di un permesso retribuito fino a quattro giorni in caso di emergenza meteo.

In copertina: La vicepremier spagnola Yolanda Díaz durante una conferenza stampa con i sindacati a Madrid, 20 dicembre 2024 (EPA/Rodrigo Jimenez)

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