Le scuole soffrono il calo di iscritti, le università no: aumentano le matricole. Il 57% sono donne
Mentre le scuole risentono del calo demografico, le università sembrano mantenere un buon passo, con un aumento delle immatricolazioni per l’anno accademico 2024/25. Secondo le prime rilevazioni del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), i nuovi iscritti sono aumentati dello 0,9% rispetto al 2023/24 e del 4,1% rispetto a due anni fa. Le statistiche, pur provvisorie, delineano una tendenza positiva per l’istruzione superiore. Un dato significativo per il nostro Paese, dove la quota di laureati tra i 25 e i 64 anni è ancora troppo bassa: appena il 20,3%, contro una media europea del 34,3% e il 41% di Francia e Spagna. Eppure, come riportano i dati del Sole 24 Ore, un titolo di studio universitario in Italia garantisce un tasso di occupazione più alto dell’11% rispetto a chi possiede solo il diploma delle scuole superiori. Se i dati a breve termine sembrano essere incoraggianti, a spaventare resta sempre il crollo previsto in prospettiva. Le statistiche, infatti, parlano di un crollo del numero degli studenti, stimabile a circa 415mila iscrizioni in meno (-21,2%) entro il 2041, dovuto principalmente al calo demografico.
Immatricolazioni in crescita
A dicembre 2024, le matricole universitarie sono salite a 307.924, superando i 304.920 dell’anno precedente e i 295.660 di due anni fa. E sono le donne a trainare questa crescita, che rappresentano il 57,3% del totale con 176.277 iscrizioni, quasi 45mila in più rispetto agli uomini. Le immatricolazioni femminili segnano un aumento del 2,1% rispetto al 2023/24 e del 5,8% rispetto al 2022/23. Tra i maschi, invece, si registra un lieve calo (-0,6%) rispetto all’anno scorso, ma un miglioramento (+1,9%) sul dato di due anni fa.
Le preferenze disciplinari: Stem ancora al rallentatore
Le scelte degli studenti continuano a favorire i percorsi economici, giuridici e sociali, che raccolgono 103.684 matricole (+2,6% sul 2023/24). Seguono i settori sanitario e agro-veterinario, con 55.477 iscritti (+0,5% rispetto al 2023/24 e +20,8% rispetto al 2022/23, grazie all’aumento dei posti in Medicina), e quello artistico-letterario, che registra un lieve calo (-0,6%) ma rimane fortemente femminile, con oltre il 77% delle immatricolazioni. Diversa la situazione delle lauree Stem (materie scientifiche-tecnologiche-ingegneristiche): nonostante una crescita timida delle immatricolazioni (da 91.625 nel 2022/23 a 92.191 nel 2024/25), le donne continuano a rappresentare meno del 40% del totale. Una criticità che stride con i vantaggi occupazionali di questi titoli: il tasso di occupazione per i laureati Stem è dell’86%, secondo solo al comparto medico-sanitario (88%).
Gli atenei più grandi perdono iscritti
La fotografia del Mur consente anche di osservare l’andamento dei singoli atenei. La Sapienza di Roma resta l’università con più matricole, ma registra una leggera flessione: 17.158 iscritti, in calo dell’1,2% rispetto al 2023/24 e del 4,5% rispetto al 2022/23. L’Università di Bologna, seconda in classifica, vede un lieve calo rispetto all’anno scorso (da 13.855 a 13.820), ma un incremento del 2,2% rispetto a due anni fa. Ma c’è chi respira: Torino, al terzo posto, segna un trend positivo con 13.729 immatricolazioni, in aumento dell’8% sul 2023/24 e del 5% rispetto al 2022/23.