Molestie, dipendenza dal porno e un piano per rovinarle la reputazione: cosa c’è nella denuncia di Blake Lively contro Justin Baldoni
L’atmosfera di violenza contro le donne che si respirava sul set di It Ends With Us, film del 2024 tratto dall’omonimo romanzo di Colleen Hoover, si è tradotta in azione legale. La protagonista, l’attrice californiana di 37 anni Blake Lively, ha presentato una denuncia per molestie sessuali contro il regista e co-protagonsita del film, Justin Baldoni. Voci di corridoio davano già il rapporto tra i due burrascoso, al punto che si sono anche rifiutati di promuovere la pellicola in giro per il mondo uno accanto all’altro. In particolare l’attrice è stata duramente attaccata perché giudicata troppo leggera nell’affrontare durante le interviste il delicato tema del film, quello della violenza domestica, un distacco dal film che forse oggi trova una spiegazione. Forse non tutti infatti erano a conoscenza di ciò che sarebbe avvenuto sul set e che Blake Lively ha deciso di denunciare, ma ne era a conoscenza certamente Ryan Reynolds, la star di Deadpool, marito dell’attrice, che l’ha raggiunta sul set per discutere vis-à-vis la situazione con Baldoni e anche con il produttore James Heath, anche lui coinvolto nella denuncia con le stesse accuse. Secondo quanto si legge nella denuncia, l’incontro, avvenuto il 4 gennaio, era stato organizzato proprio per discutere le «ripetute molestie sessuali e altri comportamenti inquietanti» subite dall’attrice che per l’occasione ha presentato una lista di 30 richieste per poter continuare a lavorare all’opera. I legali di Baldoni hanno dichiarato alla Bbc che le accuse al proprio assistito sarebbero «categoricamente false» e quell’incontro costrinse la produzione ad assumere un crisis manager, perché Blake Lively avrebbe minacciato di far fallire il film.
Le richieste
Basta leggere la lista delle richieste di Blake Lively affinché emergano le molestie che denuncia di aver subito sul set. L’attrice infatti ha chiesto che non venisse più menzionata, né a lei né ad altri membri della troupe, la «dipendenza dalla pornografia» della quale Baldoni e Heath pare si vantassero di avere. Sembra che la cosa comprendesse anche il mostrare video di rapporti sessuali, compresi quelli con protagonista la moglie del produttore James Heath. Lively avrebbe chiesto che non venissero più fornite descrizioni dei loro genitali e che, si legge ancora nella denuncia, «non venissero più aggiunte scene di sesso, sesso orale o orgasmi davanti alla telecamera da parte di BL [Blake Lively] al di fuori dell’ambito della sceneggiatura approvata da BL quando firmò per il progetto». Inoltre l’attrice avrebbe anche chiesto al regista, produttore e co-protagonista Baldoni di smettere di dire che poteva parlare con il suo defunto padre. Ma non è tutto, oltre alle presunte molestie sessuali l’attrice ha anche denunciato un «piano a più livelli» per rovinare la sua reputazione, ordito sempre da Baldoni: «Un piano di ritorsione attentamente elaborato, coordinato e dotato di risorse per impedire a lei e ad altri di parlare apertamente dell’ambiente ostile creato dal signor Baldoni e dal signor Heath». Immediata la risposta da parte dei legali dell’attore: «È vergognoso che la signora Lively e i suoi rappresentanti possano muovere accuse così gravi e categoricamente false contro il signor Baldoni, la Wayfarer Studios e i suoi rappresentanti». Secondo il racconto della controparte dunque fu Blake Lively a «minacciare di non presentarsi sul set e di non promuovere il film». La Bbc ha raccolto anche una dichiarazione dell’attrice, ora che la denuncia è diventata di pubblico dominio: «Spero che la mia azione legale aiuti a svelare queste sinistre tattiche di ritorsione volte a danneggiare le persone che denunciano comportamenti scorretti e contribuisca a proteggere coloro che potrebbero essere presi di mira».