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Fuma cannabis e si mette alla guida contro il nuovo Codice della Strada: l’autodenuncia del segretario dei Radicali Italiani – Il video

23 Dicembre 2024 - 15:56 Antonio Di Noto
Secondo il nuovo insieme di norme, basta un test positivo, anche a distanza di giorni dall'assunzione, per vedersi ritirare la patente. E così Filippo Blengino ha sfidato la legge

Sabato ha fumato cannabis e lunedì si è messo alla guida per poi autodenunciarsi alla polizia. Il segretario di Radicali Italiani Filippo Blengino ha deciso di sfidare così il nuovo Codice della Strada, nel quale l’eventuale ritiro della patente per coloro che guidano dopo aver assunto di sostanze stupefacenti non è più subordinato a uno stato di alterazione psicofisica, ma a un semplice test positivo. Solo che nel caso della cannabis i test possono dare risultato positivo anche dopo giorni dal consumo, di fatto condannando il conducente che vi si sottopone anche se mentre guida è perfettamente lucido. «Lucido sì o lucido no io ti ritiro la patente e tu fino a tre anni la patente non la rivedi più», aveva riassunto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini nel presentare la norma nel nuovo Codice della Strada, il cui scopo dichiarato è quello di salvare vite. Un risultato che secondo gli esperti non verrà ottenuto.

Cannabis e codice della strada: la legittimità costituzionale

«Io mi voglio autodenunciare. Sto violando il Codice della Strada», dichiara Blengino in un video pubblicato sul proprio profilo Instagram in cui viene fermato dalla polizia. «Un anno di carcere, 6 mila euro di multa e tre anni senza patente. È quello che rischio con il nuovo CdS voluto da Matteo Salvini. Sabato sera ho fumato, stamattina ho deciso di mettermi alla guida e nonostante sia perfettamente lucido sono ancora positivo al test del thc». Nel video, interviene il presidente di Radicali Italiani, Matteo Hallissey, spiegando che «nelle aule dei tribunali chiederemo di sollevare la questione di legittimità costituzionale», per una norma che «va revocata il prima possibile».

Cannabis e Codice della Strada: «Da illecito a reato»

La questione di legittimità costituzionale era già stata sollevata dalle associazioni antiproibizioniste. Questo contestano la norma perché, sostengono, trasformerebbe indebitamente un illecito amministrativo (il consumo di cannabis per uso personale) in un reato, senza che questo si manifesti effettivamente in un fatto tangibile e materiale (la guida in stato di alterazione), requisito necessario per parlare di reato secondo l’ordinamento giuridico italiano. A scagliarsi contro il nuovo CdS nei giorni scorsi è stato anche Vasco Rossi, che con Salvini ha ingaggiato un botta e risposta sui social, dopo il quale il ministro ha dichiarato che «caso per caso» verranno fatte eccezioni per chi consuma cannabis terapeutica, ma che ci sarà «tolleranza zero per chi si sballa».

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