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Crisi dell’auto, i costruttori europei temono la maxi-stangata dall’Ue: «Multe per 16 miliardi di euro». Ma è guerra di cifre con gli ambientalisti

23 Dicembre 2024 - 14:47 Gianluca Brambilla
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Si allarga il fronte dei governi europei favorevoli a congelare le sanzioni: dopo Italia e Francia, anche la Germania sale a bordo

Le multe europee per i costruttori di automobili che non rispettano i limiti sulle emissioni di CO2 rischiano di trasformarsi in una batosta da 16 miliardi di euro. O almeno, questo è quanto denuncia Acea, l’Associazione europea che rappresenta le sedici case automobilistiche più grandi del Vecchio Continente. Nel 2025 scatteranno le prime multe della Commissione europea per quelle aziende che non sono state in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica del proprio parco veicoli. Una scadenza che si inserisce nel più ampio pacchetto di misure del Green Deal, che ambisce a trasformare l’economia europea nel segno dell’ecologia e della sostenibilità.

«Dalle multe un impatto fino a 16 miliardi»

Nel 2024, le vendite di auto elettriche in Europa sono state di gran lunga inferiori alle aspettative. Un problema tutt’altro che trascurabile per i produttori, che per rispettare gli obiettivi imposti da Bruxelles hanno bisogno che una quota sempre maggiore dei veicoli venduti rientri nella categoria a più basse emissioni. In altre parole: auto elettriche e ibride. In vista della scadenza del 2025, le aziende hanno fatto fronte comune per chiedere alla Commissione europea di annullare le multe per i costruttori, che a loro dire rischierebbero di mettere in ginocchio un settore già in grossa difficoltà, come dimostrato dai numerosi annunci di licenziamenti di massa e chiusure di stabilimenti in tutta Europa. Secondo Luca de Meo, presidente di Acea e amministratore delegato del Gruppo Renault, «l’industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento pagando sanzioni, riducendo la produzione, unendosi a concorrenti stranieri o vendendo veicoli elettrici in perdita».

Il pressing politico per “congelare” le multe

A dirla tutta, qualcosa si sta muovendo a livello politico. Il fronte dei governi che chiede alla Commissione europea di annullare le multe per i costruttori si sta allargando di settimana in settimana. Tra i Paesi che più stanno facendo pressing c’è senz’altro l’Italia, con il ministro Adolfo Urso che ha presentato un documento in cui si chiede non solo di cancellare le sanzioni ma di riaprire l’intero regolamento europeo sulle auto. Lo stesso che prevede, tra le altre cose, lo stop alla produzione di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Il congelamento delle multe per i costruttori ha incassato l’appoggio dei tre Paesi più influenti di tutta l’Unione europea: Italia, Francia e Germania. Quest’ultima si è schierata proprio nei giorni scorsi, con il cancelliere Olaf Scholz che ha dichiarato: «Nella difficile situazione in cui si trova l’industria automobilistica, non ha senso gravarla ora con ulteriori multe per non aver raggiunto i risultati sperati».

L’appello dei costruttori a Ursula von der Leyen

In risposta alla crisi del settore, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avviato un «dialogo strategico» sul futuro dell’automotive. I risultati di questa iniziativa saranno presentati con ogni probabilità nei primi mesi del 2025. Ma ora i costruttori, forse rincuorati dall’appoggio politico sempre più trasversale, spingono per accelerare i tempi. «I produttori di auto e furgoni europei chiedono ai decisori dell’Ue di fare chiarezza su posti di lavoro e investimenti prima della fine dell’anno per sostenere anziché ostacolare la transizione verde ed evitare danni inutili alla competitività dell’Europa», scrive Luca de Meo. E in caso il messaggio non fosse abbastanza chiaro, il presidente di Acea ripete il concetto: «Aspettare l’inizio del dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica o la revisione della legislazione sulla CO2 nel 2026 non è un’opzione».

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha avviato un «Dialogo strategico» sul futuro dell’automotive (EPA/Anthony Anex)

I dubbi degli ambientalisti sulle cifre di Acea

C’è però chi nutre qualche dubbio sulla vera entità delle multe che le aziende potrebbero dover pagare nel prossimo anno. È il caso di Transport & Environment, associazione europea che si occupa di trasporti e ambiente. Secondo gli esperti di T&E, i 16 miliardi di euro citati da Acea sono una cifra falsa e fuorviante. «Questa analisi – si legge in un briefing dell’associazione – è fondamentalmente errata perché stima le sanzioni per il 2025 in base alle vendite di auto della prima metà del 2024». E per spiegare cosa renda fuorviante questo ragionamento, gli esperti di T&E ricorrono a una metafora: «Utilizzare i dati sulle vendite di auto del 2024 per calcolare la penalità del 2025 è come giudicare la prestazione di un atleta in un campionato in base alle sue sessioni di allenamento dell’anno precedente. L’atleta riserva il massimo impegno per l’evento effettivo, proprio come le case automobilistiche allineano strategicamente le misure di vendita e conformità per rispettare le scadenze normative». Secondo Transport & Environment, gli obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica previsti per il 2025 per i produttori di auto europei sono perfettamente realizzabili e realistici. E anche qualora le aziende non riuscissero a rispettare i target di Bruxelles, scrivono gli analisti, «si prevede che le sanzioni totali rimarranno al di sotto di un miliardo di euro, con il gruppo Volkswagen che rappresenta la quota maggiore del totale».

In copertina: Luca de Meo, presidente di Acea e amministratore delegato del Gruppo Renault (EPA/Stephanie Lecocq)

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