Lagioia scrive a Valditara: «Non volevo offenderla. La mia era una critica, ritiri l’azione legale»
«Non era mia intenzione offenderla sul piano personale, mi dispiace se si è sentito insultato. La mia era, e rimane, una critica alla forma del suo tweet, che però, specie se l’oggetto è la lingua italiana come accesso alla cittadinanza, ricade nella sostanza». È il contenuto della lettera scritta da Nicola Lagioia e inviata al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Lo scrittore, dopo aver ricevuto una querela per diffamazione in seguito alle critiche espresse su un tweet del ministro definito «sgrammaticato», tenta la mediazione e chiede: «Accolga questo mio sincero chiarimento ritirando l’azione legale». La lettera è stata pubblicata da Il Tempo.
Il tweet, le critiche di Lagioia e la querela
March 28, 2024
Il tweet del ministro risale allo scorso marzo. In merito alla questione sul numero di alunni stranieri in classe, Valditara aveva dichiarato di essere allineato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che aveva proposto «un tetto di alunni stranieri in ogni classe». Il suo intervento su X era stato attaccato perché definito «sgrammaticato». Sul banco degli imputati era finito soprattutto un passaggio, «se nelle scuole si insegni», che molti utenti avevano segnalato e corretto per poi coprire di ridicolo il ministro. Dopo le polemiche, lo stesso Valditara era intervenuto per dare la sua versione: la colpa era di una chiamata frettolosa al telefono nella quale il responsabile dell’Istruzione aveva dettato la dichiarazione da pubblicare a un suo collaboratore che non avrebbe fatto altro che riportare esattamente le sue parole. Anche lo scrittore Lagioia aveva criticato il ministro per la forma grammaticale utilizzata. Durante la trasmissione “Che sarà” di Serena Bortone su Rai3, aveva suggerito che «venisse sottoposto lui al test di italiano per stranieri». La querela sarebbe una reazione esagerata per lo scrittore: «Atti del genere creano un clima di paura. Ho parlato per paradosso, facendo notare che in Italia ci sono stranieri che padroneggiano l’italiano in maniera splendida e che se dovessero sottoporsi a un test lo supererebbero meglio del ministro. Mi chiedo che cosa lo abbia offeso. Sentirsi paragonato a uno straniero? Senza considerare che non ci sarebbe nulla di male a sottoporsi a un test di italiano, soprattutto alla luce dell’ultimo rapporto Ocse sull’analfabetismo di ritorno». Ma per il ministro, Lagioia avrebbe confuso «il diritto di critica, sacrosanto, con quello di insulto».