Ponte sullo Stretto, anche Villa S. Giovanni e Reggio Calabria fanno ricorso al Tar: «Documentazione anacronistica»
Anche il comune di Villa San Giovanni e la Città Metropolitana di Reggio Calabria hanno presentato ricorso al Tar per contro il ponte sullo Stretto di Messina. Come hanno fatto nei giorni scorsi il Wwf, la Lipu e Legambiente, i due enti locali calabresi si sono appellati al tribunale amministrativo del Lazio per chiedere l’annullamento del parere della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale (Via) che il 13 novembre scorso ha acconsentito alla prosecuzione del progetto nonostante 62 criticità ambientali irrisolte. Secondo Reggio Calabria e Villa San Giovanni, la valutazione d’impatto ambientale è stata «condotta sulla base di documentazione anacronistica e inattuale». Ma non solo, la città dello Stretto e i comuni del territorio contestano l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica (Vas) che considerasse tra le alternative anche un’eventuale mancata costruzione del ponte.
Ponte sullo Stretto, «l’urgenza ingiustificata»
Sono diversi gli aspetti critici citati nel ricorso contro il ponte che il ministero dei Trasporti intende mettere in cantiere nei primi mesi del 2025. Il primo è il criterio d’urgenza adottato per la rapida approvazione del progetto tramite la ricapitalizzazione della società Stretto di Messina. «Non si comprende quale sia la necessità e l’urgenza di realizzare un’opera, che si prospetta da oltre cinquant’anni, che non è mai stata realizzata e che, per le molteplici ragioni esposte infra, non è obiettivamente realizzabile».
Ponte sullo Stretto: «Bloccherebbe il commercio navale»
Molto impattanti altri due aspetti citati nel ricorso. Con la sua altezza di 65 metri, il ponte impedirebbe alle navi da crociera e alle grandi porta container di attraversare lo Stretto «con incalcolabili conseguenze sulla navigazione commerciale del Mediterraneo». Valutazione che viene ritenuta necessaria alla luce dei nuovi piani urbanistici che i comuni dovrebbero stilare se il ponte venisse costruito e delle opzioni di sviluppo che il ponte potrebbe precludere.
L’impatto dei terremoti e il Ponte sullo Stretto
Infine, come già puntualizzato nel ricorso delle associazioni ambientaliste, il progetto definitivo è stato approvato senza che siano stata data risposta agli interrogativi sull’impatto dei terremoti sulla struttura, sull’assorbimento delle risorse idriche da parte dell’enorme cantiere in due regioni già in grave sofferenza per la siccità. Interrogativi sono stati sollevati anche sullo stoccaggio dei detriti e sul particolato emesso dai veicoli che attraverserebbero il ponte.
Immagine di copertina: ANSA/US MIT