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Le affermazioni fuorvianti sul vaccino esavalente di Mariano Amici

24 Dicembre 2024 - 20:08 David Puente
Il vaccino esavalente non è stato approvato senza un'adeguata sperimentazione e adeguati studi scientifici

Ci siamo occupati in passato di diversi interventi di Mariano Amici (qui e qui). Lo ricordiamo, in particolar modo, per il fantasioso test dei tamponi con il kiwi effettuato insieme a Stefano Scoglio. Questa volta, però, non interviene in merito alla pandemia e alle vaccinazioni anti Covid-19, ma contro il vaccino esavalente pediatrico. Il suo intervento lascia intendere che le autorità abbiano scelto di vaccinare i bambini senza alcuno studio scientifico adeguato, definendo «cavie» milioni di persone vaccinate. Mariano Amici non la racconta giusta.

Per chi ha fretta

  • Mariano Amici fa intendere che «non è stato neanche verificato che il fare sei vaccini insieme sia indifferente rispetto a fare la singola vaccinazione», ma gli studi rivelano tutt’altro.
  • Afferma che la sperimentazione sia stata fatta «su dieci criceti e poi però il farmaco lo inoculano a milioni di abitanti», ma i vaccini – come tutti i farmaci – non possono essere approvati senza un’adeguata sperimentazione sugli esseri umani e con i supporto di studi scientifici adeguati.
  • Il vaccino esavalente pediatrico non è stato approvato senza l’adeguata sperimentazione e senza adeguati studi scientifici.
  • Il vaccino esavalente è supportato da numerosi studi scientifici in diverse condizioni.

Analisi

Ecco quanto dichiarato da Mariano Amici nel video:

Perché l’esavalente? Non c’è nessun motivo di fare sei vaccini insieme. Tra l’altro non è stato neanche verificato che il fare sei vaccini insieme sia indifferente rispetto a fare la singola vaccinazione. Questo è un altro dato importante. Non si usa mai la prudenza nel fare certe azioni. Non si usa mai il principio di precauzione nel fare queste certe azioni. Quindi viene tutto somministrato come se nulla fosse, come se la popolazione fossero delle cavie. Ma il problema qual è? Loro fanno la sperimentazione su dieci criceti e poi però il farmaco lo inoculano a milioni di abitanti. Allora chi fa da cavia? I dieci criceti o i milioni di abitanti? Questo è il quesito al quale un governo serio deve rispondere.

Il tema dei “vaccini singoli”

Secondo Mariano Amici «non è stato neanche verificato che il fare sei vaccini insieme sia indifferente rispetto a fare la singola vaccinazione». Leggiamo quanto riportato nel sito dell’Istituto Mario Negri in merito al numero dei vaccini somministrati ai bambini:

Alcuni ricercatori degli Stati Uniti hanno stimato che teoricamente il sistema immunitario potrebbe “sopportare” senza “ingolfarsi” fino a 10.000 vaccini somministrati contemporaneamente. Ciò significa che i 10 vaccini oggi obbligatori, anche se fossero eseguiti nella stessa seduta, andrebbero a impegnare solo un millesimo della capacità totale del sistema immunitario. Inoltre, pur essendo aumentato il numero dei vaccini, con il passare del tempo è diminuito il numero degli antigeni somministrati, dal momento che i vaccini sviluppati in questi ultimi anni sono tecnologicamente più evoluti: ad esempio, il vaccino contro la pertosse utilizzato in passato (quello “a cellula intera”) conteneva circa 3000 antigeni, mentre l’attuale vaccino acellulare ne contiene 3.

Inoltre:

I bambini che oggi effettuano le 10 vaccinazioni obbligatorie ricevono poco più della metà del numero di antigeni a cui sono stati esposti i loro nonni e i loro genitori vaccinati con le vaccinazioni obbligatorie negli anni ’60 e ’70 (difterite, tetano, poliomielite e vaiolo). Considerando tutti i 14 vaccini previsti per il primo e secondo anno di vita, il numero di antigeni è simile a quello a cui si era esposti in passato. Occorre, inoltre, considerare che prima di poter combinare insieme più vaccini nella stessa siringa o somministrare contemporaneamente le vaccinazioni, è necessario documentare con studi clinici formali che questo non comporta differenze rilevanti in termini di risposta immunitaria o di probabilità di effetti collaterali rispetto alla somministrazione separata dei singoli vaccini. Nella letteratura ci sono, dunque, numerosi studi a sostegno della possibilità di combinare i vaccini e/o di somministrarli nella stessa seduta vaccinale. Inoltre, ci sono studi che non hanno osservato una maggiore probabilità di ammalarsi di infezioni non prevenibili da vaccino nei bambini che hanno ricevuto un maggior numero di vaccinazioni.

Il tema dei vaccini singoli non è nuovo e si basa in particolar modo sul risultato ottenuto dal sistema immunitario. Ecco quanto riportato in una pubblicazione del sito Vaccinarsì:

Altro elemento che occorre sottolineare è l’evidenza che il sistema immunitario del bambino reagisce in maniera del tutto simile a vaccinazioni multiple somministrate contemporaneamente e ai corrispondenti singoli vaccini dati separatamente. Studi clinici dimostrano che la somministrazione contemporanea del vaccino esavalente (contenente gli antigeni di difterite, tetano, pertosse, polio, haemophilus b, epatite B) e del vaccino 13-valente contro lo pneumococco, oltre a non determinare un aumento degli effetti collaterali severi, non produce una risposta inferiore rispetto alla somministrazione separata dei due vaccini

La sperimentazione e l’approvazione

Nel suo discorso, Mariano Amici fa intendere che la sperimentazione verrebbe fatta «su dieci criceti e poi però il farmaco lo inoculano a milioni di abitanti». I vaccini non vengono approvati in questo modo. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) non approva un vaccino senza l’adeguata sperimentazione e i relativi studi scientifici. Questo vale anche per il vaccino esavalente.

Conclusioni

L’intervento di Mariano Amici è del tutto fuorviante e riporta informazioni non corrispondenti ai fatti.

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