Perché il Codacons può salvare (o meno) Chiara Ferragni dal Pandoro Gate. L’analisi di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli torna oggi su Il Fatto Quotidiano sul cosiddetto Pandoro Gate e sulle possibili prossime mosse di Chiara Ferragni. Le indagini a carico dell’influencer si sono chiuse a ottobre. Secondo la firma del Fatto l’ipotesi che l’imprenditrice possa “saldare il conto” e la procura richiedere un’archiviazione è concreta. D’altronde c’è stata un’indagine per truffa aggravata, un reato, sottolinea Lucarelli, che «in caso di remissione della querela della parte offesa non è procedibile d’ufficio (grazie alla riforma Cartabia). E siccome la parte offesa è solo e soltanto il Codacons, la palla è nelle sue mani». Secondo quanto riporta Lucarelli è in corso una trattativa tra Codacons e Ferragni, che potrebbe portare, in cambio di una grossa cifra a titolo di risarcimento dei consumatori il ritiro delle querele. E in tal caso la procura di Milano, riconosciuta la disponibilità dell’indagato per il risarcimento, potrebbe archiviare tutto. Non leverebbe la scorrettezza nei confronti dei consumatori sancita dalla multa dell’Antitrust per il pandoro e l’accordo economico raggiunto per le uova di Pasqua, ma non ci sarebbe processo. Una strada che invece danneggerebbe l’immagine dell’imprenditrice digitale, già compromessa dal caso. «A quel punto, tutta la stampa che per anni l’ha portata in palmo di mano (figuriamoci ora che potrebbe allargare la famiglia con un Tronchetti Provera) sarà pronta a stenderle di nuovo tappeti rossi, lavati a secco per l’occasione», sottolinea Lucarelli.