«Tacciano le armi in Ucraina, a Gaza e in tutto il mondo». Il messaggio di Natale di Papa Francesco nel primo giorno del Giubileo
«Tacciano le armi nella martoriata Ucraina e in Medio Oriente». È questo l’appello di Papa Francesco nel Messaggio Urbi et Orbi che segue la messa Vaticana nel giorno di Natale, primo dopo l’apertura della Porta Santa per il Giubileo 2025, dedicato proprio alla speranza per la fine delle guerre. «Si abbia l’audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo e d’incontro, per arrivare a una pace giusta e duratura», ha aggiunto il pontefice rivolgendosi ai leader internazionali mentre la Russia non concedeva tregua all’Ucraina nemmeno il 25 dicembre.
La pace a Gaza
«Con gli occhi fissi sulla culla di Betlemme, rivolgo il pensiero alle comunità cristiane in Israele e in Palestina, in particolare alla cara comunità di Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima. Cessi il fuoco, si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata dalla fame e dalla guerra», ha aggiunto Francesco rivolgendo una preghiera agli abitanti dell’enclave palestinese. Il pontefice ha chiesto pace anche per il Libano, la Siria e la Libia.
Fate un passo verso i vostri nemici
Bergoglio ha invitato le parti in conflitto e tutti i fedeli a riconciliarsi con i propri nemici. «Fratelli e sorelle, non abbiate paura! La Porta è aperta, la porta è spalancata! Non è necessario bussare venite, lasciamoci riconciliare con Dio, e allora saremo riconciliati con noi stessi e potremo riconciliarci tra di noi, anche con i nostri nemici», ha affermato il Papa ricordando l’apertura dell’anno giubilare, in cui attraversando la Porta Santa di San Pietro e quelle aperte nelle altre basiliche di Roma e del mondo, i fedeli possono espiare i proprio peccati. Ed è questo l’invito del pontefice: «La misericordia di Dio – ha sottolineato Papa Francesco – può tutto, scioglie ogni nodo, abbatte ogni muro di divisione, la misericordia di Dio dissolve l’odio e lo spirito di vendetta. Venite, Gesù è la Porta della pace». «Entrare per la Porta – ha proseguito il Pontefice – richiede il sacrificio di fare un passo».
L’Africa, il Sudamerica, Cipro e il Myanmar
Nel suo discorso, il Papa ha ricordato anche coloro che stanno «morendo per un’epidemia di morbillo nella Repubblica Democratica del Congo, nel Burkina Faso, nel Mali, nel Niger e nel Mozambico». Ha invocato la pace in Myanmar e la riunificazione di Cipro, oltre alla pace sociale in Haiti, in Venezuela, Colombia e Nicaragua. Infine, «il Giubileo sia l’occasione per rimettere i debiti, specialmente quelli che gravano sui Paesi più poveri», ha invocato Bergoglio.
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