11 – Shari – Amore & Blues
Shari propone un disco stupendo, confermando uno stile che in Italia è solo suo. Uno stile non popolarissimo, come non è popolarissimo il blues, che necessita di un’alta percentuale di decenza per essere amato come dovrebbe, e che Shari trascina nella contemporaneità, dei suoni e dei concetti, con straordinaria maestria. Shari ha un timbro suo, una composizione sua, un modo di raccontare suo, è talmente credibile che sembra che abbia anche un modo di provare le cose tutto suo. Si, l’album è scritto e prodotto in parte con il compagno Salmo e anche con altri producer di primissimo livello come Stabber e Machweo. Ma è il suo stile a dominare, a creare un recinto fuori dal quale non si può andare, perché Shari non sarebbe più Shari. E la musica italiana ha bisogno di Shari, ha bisogno di qualcuno, specie così giovane, che provi ad imporre musica che abbia richiami più intellettuali, più profondi, meno caciaroni, meno uniformati alla massa. I brani sono uno più bello dell’altro, è un disco cupo? Può darsi, e allora? Cosa avete esattamente contro la tristezza? Cosa c’è così tanto da ridere che evidentemente ci siamo persi? Shari è giovane, a inizio carriera, e sceglie di proporre uno dei generi più respingenti per il largo pubblico mainstream, un genere legato fortissimamente a sentimenti scuri, senza paura, con la consapevolezza di riuscire a comporre montagne di bellezza con quel suo timbro così particolare, che sembra quasi orbitare sull’orlo di un abisso profondissimo. Questo disco è impressionante, una perla, una goduria, un’onesta manifestazione di musica vera. Per chi non lo capisse, no problem: ci sono le Alessandra Amoroso, le Elettra Lamborghini, le Laura Pausini, le Myss Keta, le Annalisa…divertitevi, spassatevela, twerkatevela, state dietro a piagnistei farlocchi e cocktail annacquati o musichette facili facili che vi danno di gomito. Noi ci teniamo stretta Shari. L’amore. E il blues.
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