10 – Cesare Cremonini – Alaska Baby
Il ritorno di Cremonini con questo Alaska Baby è totale. Un Cremonini così non lo sentivamo perlomeno da Possibili scenari e non parliamo di qualità del lavoro. La ragazza del futuro è un ottimo disco, parliamo piuttosto dell’intimità, della quantità di Cesare Cremonini che troviamo in questo nuovo disco di Cesare Cremonini. La ragazza del futuro guardava verso fuori, un album che faceva da filtro ad una determinata visione del cantautore bolognese sul mondo. Alaska Baby mantiene il livello, lo status da gigante dell’ex Lunapop, ma è tutt’altra cosa. In tutto il disco si respira questa visione nostalgica, lontana, di se stessi, come se per guardare alla propria vita per quella che è, e non per la percezione che un grande artista ne può avere, servisse allontanarsi, allargare l’inquadratura, prenderla larga per tornare a casa, addirittura toccando l’Alaska, uno dei posti più lontani che possiamo immaginarci. Dentro questi brani ritroviamo un Cremonini che fu, per intenderci: come se una versione aggiornata del Cremonini di Poetica, di Logico #1, de’ Il comico (sai che risate), quindi fisiologicamente più matura e centrata, fosse tornata a fargli visita, come se questi brani fossero stati scritti a quattro mani con lui. Ecco cosa intende l’artista quando scrive che questo album è «vitale ed esplosivo come un disco d’esordio», perché l’entusiasmo che Cremonini ha provato nel ritrovarsi si percepisce ed è vivido, palpabile, coinvolgente. Nel senso che la sua musica, come succede con i grandissimi, è talmente incisa nel nostro Dna, e gli si vuole così tanto bene per quello che ci ha dato negli anni, che poi sfogliare insieme questo album è una cosa che riguarda in prima persona lui, ma riguarda anche in qualche modo noi. Anche per questo Alaska baby è un disco importante, e intendiamo per la storia dell’italico pop, perché certifica l’intenso rapporto che ci lega alla musica di Cremonini. E come Cremonini è uno dei più credibili e romantici narratori del nostro tempo. Un posto tra gli immortali della nostra musica è suo. Sicuro.
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