Il pranzo di Natale costa in media 83 euro. Ma al Sud si spende il doppio rispetto al Nord
Quanto hanno speso gli italiani per il pranzo di Natale e cena della vigilia? Intorno a 3 miliardi di euro in totale. A fare il calcolo è Coldiretti secondo cui la spesa complessiva arriva a 2,8 miliardi di euro, meno dei 3,5 miliardi stimati negli scorsi giorni da indagini di Facile.it e Fiesa Confesercenti-Ipsos. Per chi cena o pranza a casa, lo scontrino medio è di 83 euro. Ma a spiccare sono le differenze territoriali, con il Sud (115 euro) che praticamente doppia il Nord Est (61 euro). Va poco oltre il Nord Ovest, con 68 euro per pasto, appena sotto la spesa media del Centro (71 euro).
Gli over 65 spendono più di tutti
Secondo Facile.it, circa un quarto degli italiani ha speso più dello scorso anno, ma il 53% ha invece optato per un pranzo o un cenone più sobrio per tutelarsi dal carovita. C’è poi un 1% di intervistati che si è potuto permettere di festeggiare solo ricorrendo a un prestito. D’altro canto, gli over 65 sono quelli che mediamente meno badano a spese, con uno scontrino medio di 149 euro, «probabilmente perché offriranno il pasto a figli e nipoti», scrive il portale di comparazione. Per chi sceglie il ristorante, invece, gli aumenti medi sono del 5,8%, che portano il costo del pranzo o della cena a 78 euro a persona, con un giro d’affari per la ristorazione che tocca i 420 milioni di euro.
Natale con i tuoi
Come da tradizione, circa l’88% festeggiano in famiglia e solo il 12% sceglie ristoranti e agriturismi. Alle tavolate siedono in media otto persone, rende noto Coldiretti. Le ore passate ai fornelli sono tre le due e le tre. Ad abbassare la media ci sono coloro che hanno optato per l’asporto. Ma la maggioranza delle famiglie ha preferito menù classici con prodotti tradizionali italiani. Secondo Coldiretti, la spesa complessiva è di 920 milioni di euro per pesce, carni e salumi, 600 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande, 300 milioni per i dolci, settore in cui dominano panettone e pandoro. Ci sono poi 580 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 milioni per pasta e pane, e altrettanti per formaggi e uova.