Docente di religione ottiene 74mila euro di risarcimento per abuso di contratti precari: ripagato per 25 anni di supplenze
C’è una data che un docente di religione cattolica di Torino non dimenticherà mai nella sua lunga carriera: il giorno in cui, dopo 25 anni di sole supplenze, ha ottenuto un risarcimento di quasi 74mila euro. Per la precisione: 73.711,44 euro. Per un quarto di secolo, il docente ha lavorato e vissuto nell’incertezza, firmando contratti su cattedre vacanti che sembravano non voler mai diventare definitive. Una routine stancante, fatta di rinnovi, attese e speranze infrante, in netto contrasto con le normative europee e i principi sanciti dalla Costituzione italiana. Fino a quando, esasperato, si è rivolto al sindacato che ha avviato una battaglia legale contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Perché ha vinto il ricorso
A seguire il ricorso del docente è stato il sindacato Anief che si è presentato davanti al tribunale di Torino, denunciando come il ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato oggi da Giuseppe Valditara, abbia reiterato contratti a termine in violazione della Direttiva Ue 70/Ce del 1999, che impone di stabilizzare i lavoratori dopo 36 mesi di precariato, e diverse norme nazionali e sovranazionali. Nel caso del docente torinese, questo limite è stato ampiamente superato, raggiungendo un incredibile traguardo di 25 anni di precariato. «Il giudice di Torino ha applicato il nuovo regime sanzionatorio, contenuto nella Legge 166 del 2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale poco più di un mese fa: nella sentenza si spiega, infatti, che è stato condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito al massimo della sanzione, pari a 24 mensilità. Riteniamo che, in questo modo, è stato fatto davvero un bel regalo di Natale al nostro ricorrente, dopo tantissimi anni di ingiustizia subìta in campo lavorativo a causa della mancata stabilizzazione nei ruoli dello Stato italiano», ha dichiarato l’avvocato Giovanni Rinaldi, che ha rappresentato il docente di religione in questione.
Un abuso sistemico: l’Italia nel mirino dell’Ue
Quello del docente torinese non è un caso isolato. L’abuso di contratti a termine nella scuola italiana è un problema diffuso che, stando ai dati riportati dai sindacati, coinvolge circa 250mila supplenti ogni anno. E il nostro Paese è stato deferito alla Corte di Giustizia Europea per la gestione inadeguata del personale scolastico, accusato di ignorare le direttive comunitarie e perpetuare una situazione insostenibile per migliaia di lavoratori. Lo scorso ottobre, un’altra insegnante di Ivrea ha ricevuto un risarcimento di 30mila euro dopo ben 22 anni consecutivi di contratti rigorosamente a termine. Anche in quel caso, secondo il giudice, era evidente la reiterazione abusiva di contratti precari.