Gaza, bombardamenti sull’ospedale nel Nord della Striscia: 50 uccisi. Unicef: «Quattro neonati sono morti per ipotermia»
I jet israeliani hanno bombardato un edificio di fronte alla sede centrale dell’ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza. Sono morti circa 50 palestinesi, tra cui anche del personale medico. Lo riportano sia l’agenzia turca Anadolu che Al Jazeera, citando il direttore del centro medico Hussam Abu Safia. La struttura colpita dalle armi israeliane ospitava il personale ospedaliero con le rispettive famiglie. Tra le vittime dell’attacco ci sono almeno «un pediatra, un tecnico di laboratorio e un tecnico di manutenzione dell’ospedale». Intanto, i pazienti, alcuni anche in gravi condizioni, sono stati costretti a sgomberare. L’ordine è stato emesso dall’Idf, che intende portare avanti l’operazione militare sulla struttura. «Entro 15 minuti», è stato il lasso temporale fornito da Israele per abbandonare l’edificio e mettersi al sicuro. Stando a quanto riporta Al Jazeera, oltre 75 pazienti sono stati trasportati fuori.
La strage di bambini
Intanto, nella Striscia, continuano a morire bambini piccolissimi. Le ultime notizie a riguardo sono state divulgate dall’Unicef: «Negli ultimi giorni dell’anno, non sembra esserci fine alle minacce mortali per i bambini di Gaza. Negli ultimi tre giorni, secondo le notizie, almeno 11 bambini sono stati uccisi in attacchi. Ora stiamo assistendo anche alla morte di bambini a causa del freddo e della mancanza di un riparo adeguato. Secondo il ministero della Sanità palestinese, negli ultimi giorni quattro tra neonati e infanti sono morti per ipotermia. Queste morti evitabili mettono a nudo le condizioni disperate e in via di peggioramento in cui versano le famiglie e i bambini di Gaza».
Le richieste dell’Unicef
Il team dell’Unicef sul campo richiama Israele a rispettare i diritti civili degli abitanti della Striscia: «L’accesso umanitario sicuro e senza restrizioni alla Striscia di Gaza e al suo interno, per raggiungere le popolazioni colpite ovunque si trovino, anche nel Nord, è fondamentale. Tutti i valichi di accesso devono essere aperti, anche per quanto riguarda il carburante e i materiali necessari per far funzionare e riabilitare le infrastrutture essenziali e le forniture commerciali. Deve essere garantita una circolazione sicura per gli operatori umanitari e le forniture attraverso la Striscia di Gaza, per raggiungere in sicurezza le comunità che ne hanno un disperato bisogno».