Frank Gramuglia da impiegato a partita Iva per i social: «Ora lavoro 14 ore al giorno ma faccio ciò che mi piace»
Frank Gramuglia è diventato uno dei content creator più famosi sui social network, tre milioni di follower raggiunti pubblicando video che ironizzano sulla vita del lavoro in ufficio. Ironia della sorte, lavora fino a 14 ore al giorno adesso. Ma almeno fa ciò che gli piace, con molto meno stress. Al Corriere ha parlato della sua routine: «Mi sveglio di notte e inizio a guardare cose, a vedermi i lavori degli altri. Se mi vengono idee le scrivo. Poi preparo la colazione (possono essere le 4 come le 7) e torno a dormire. Alle 10 sono operativo di nuovo: scrivo ancora, mi invento contenuti. Faccio da solo: filmo, monto, taglio (non ho dipendenti o collaboratori a parte l’agenzia di management che mi aiuta nei contatti con i brand). Così vado avanti fino a sera». All’ex impiegato di Garbagnate Milanese non sfugge il paradosso: «Ora lavoro 10, 14 ore al giorno. Con una differenza: allora mi alzavo alle 6 per il turno 7-15 con zero soddisfazioni, zero gratificazioni, uno stress… Adesso le ore sono di più ma ciò che faccio mi piace. Inoltre ho la libertà: non dipendo da nessuno, fisso gli orari, rispondo a me stesso».
Gramuglia, la cassa integrazione e gli esordi
Certo, non manca un po’ di ansia. Anche quando è in vacanza si ritrova a produrre contenuti per alimentare i suoi profili. Ma nulla in confronto a quando era impiegato. Per anni, fin da adolescente, ha lavorato negli alberghi: «Portiere di notte, addetto alle prenotazioni, receptionist, fino a diventare direttore». Fino al 2020. «Mi sono trovato senza lavoro, per via del Covid ero in cassa integrazione dall’hotel. C’era l’affitto da pagare e avevo meno di mille euro sul conto. Non uscivo più perché non potevo permetterlo», ed è allora che ha cominciato a postare e creare il suo personaggio social, «lì ho iniziato con i social: primi contenuti a maggio, prime monetizzazioni a dicembre. Quella sì che era ansia vera: capisco i lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese e sto sempre dalla loro parte». Le libertà di cui gode ora sono quelle comuni ai liberi professionisti, gli fa notare Anna Gandolfi, che ora gli fanno guadagnare dieci volte quello che prendeva da impiegato. «Se ne va metà dell’incasso. Ma se guadagni è giusto pagare le tasse. Anche perché se paghi le tasse vuole dire che guadagni», aggiunge il content creator, che Forbes ha premiato tra i migliori del 2024. E se in passato aveva detto: «Sei partita Iva, scopri di essere il capo di te stesso e che qualche volta vorresti licenziare te stesso», di sé ora pensa: «Per adesso mi comporto bene con me stesso. Magari tra un po’ mi romperò le scatole».