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Affitti brevi, da Venezia a Firenze dilaga la protesta contro le keybox. Santanché ai comitati: «Troviamo altre soluzioni»

29 Dicembre 2024 - 14:57 Bruno Gaetani
key box affitti brevi protesta
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Blitz in 5 città turistiche contro le cassette per il self check in: «Solo sgonfiando la bolla immobiliare i prezzi delle case torneranno a scendere»

Da semplice oggetto per facilitare il check-in delle case vacanze, le keybox si sono trasformate in un vero e proprio simbolo della crisi abitativa, della mancanza degli alloggi e del fenomeno in costante crescita degli affitti brevi. Ed è proprio per protestare contro tutto ciò che la notte tra venerdì 27 e sabato 28 dicembre un gruppo di attivisti per il diritto alla casa è tornato a prendere di mira quelle cassettine poste all’esterno degli appartamenti dove vengono custodite le chiavi degli appartamenti per i turisti. La protesta ha coinvolto almeno cinque città italiane – Firenze, Milano, Venezia, Rimini e Genova – dove centinaia di keybox sono state coperte, a mo’ di sigillo, con del nastro adesivo.

La protesta degli attivisti

Le scritte con cui gli attivisti hanno ricoperto le keybox non mancano di una buona dose di ironia. A Firenze il messaggio «Rimozione forzata» è quello che va per la maggiore, a Venezia «Tu casa era mi casa», a Milano un ben più diretto «Meno affitti brevi, più case per tutti». E ancora: a Genova gli attivisti scrivono «Il tuo B&b, la nostra espulsione», a Rimini «Il tuo B&b, il nostro sfratto».

A cosa servono le keybox

Le keybox sono da tempo oggetto di discussione politica, sia a livello nazionale che a livello cittadino. C’è chi le vorrebbe eliminare per motivi estetici, chi per motivi di sicurezza, perché non consentono di risalire all’identità dell’affittuario. Il governo sta discutendo sull’opportunità di vietarle, mentre alcune città – per esempio Firenze – hanno già deciso di vietarle senza aspettare un segnale da Roma. «Con questa nuova mobilitazione abbiamo riproposto la situazione drammatica delle città stritolate da turismo selvaggio e interventi speculativi di grandi dimensioni», ha commentato Massimo Torelli, uno dei leader della protesta a Firenze. «Togliere le keybox – ha aggiunto – non risolve il problema, ma inverte la tendenza. Sgonfiare la bolla immobiliare serve a far sì che i prezzi tornino possibili». Il primo gennaio 2025 scatta l’obbligo per i proprietari di esporre accanto al campanello il codice identificativo di appartamenti o abitazioni affittati per brevi periodi di tempo. Ma questi codici, attacca Torelli, «non ci sono nel 95% dei casi», nonostante manchino solo tre giorni all’entrata in vigore delle nuove regole.

Santanché: «Pronta al confronto»

A commentare l’ultima ondata di proteste contro gli affitti brevi ora è la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. «Dico ai comitati di venire a trovarmi al ministero, ci troviamo a un tavolo. Se hanno idee migliori di quelle che abbiamo avuto noi, io sono pronta a confrontarmi», fa sapere l’esponente di Fratelli d’Italia al Tirreno. Santanché si dice «stupita» della protesta dei giorni scorsi, ma ammette di condividere alcune riflessioni degli attivisti: «Vediamo se la tecnologia ci viene incontro, se si può fare qualcosa di diverso. Perché anche secondo me, obiettivamente, queste keybox non sono la migliore delle soluzioni». Per quanto riguarda l’obbligo di esporre il codice identificativo per i proprietari degli alloggi affittati a breve, Santanchè rivendica l’iniziativa del governo ma lascia intendere che non ci saranno multe per chi non rispetta le nuove regole: «Non creiamo agitazione. Nei primi mesi si procederà al fianco delle Regioni per verifiche e correzioni. Siamo decisi ma consapevoli che dobbiamo dialogare con tutti».

In copertina: Alcune key box apposte fuori dai palazzi del centro di Genova (ANSA/Luca Zennaro)

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