L’arresto di Abedini, la richiesta di estradizione Usa, il ruolo della Svizzera e la trattativa degli 007: i nodi per il rilascio di Cecilia Sala, in carcere in Iran
Se la notizia della detenzione di Cecilia Sala nel carcere di Evin, a Teheran, è stata resa pubblica dopo nove giorni, il motivo è stato la mancata risoluzione della vicenda attraverso il preliminare intervento dei servizi segreti. Le autorità italiane, appreso che la giornalista italiana era stata prelevata dal suo albergo, avevano attivato la rete di contatti degli 007 per tentare di trovare un accordo rapido con la controparte iraniana. Ma non vi è stata la possibilità di concludere la trattativa, probabilmente perché la situazione è più complicata di quanto inizialmente previsto. Quello che con le ore appare sempre più evidente è che l’arresto della 29enne giornalista del Foglio e di Chora News, che si trovava in Iran con regolare visto rilasciato dall’ambasciata di Teheran in Italia, è legato a doppio filo con quello di Mohammad Abedininajafabani. L’ingegnere 38enne, con doppio passaporto svizzero iraniano, è stato fermato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre scorso. Non per l’alert scattato sui sistemi di sicurezza come precedentemente ipotizzato, ma per una operazione interforze di Fbi, Digos, Polizia di prevenzione. Abedini è accusato negli Stati Uniti di associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e sostegno a una organizzazione terroristica. Se condannato, rischia l’ergastolo. Secondo le autorità americane ha creato una società schermo attraverso la quale acquistava e rivendeva droni utilizzati dai pasdaran dei Guardiani della rivoluzione. Dispositivi utilizzati in un attacco a una base militare in Giordania in cui sono morti tre marines.
Cecilia Sala in carcere, gli Usa chiedono l’estradizione di Abedini
Il giorno dopo la convalida da parte dei giudici italiani dell’arresto in carcere, per il rischio di fuga, dell’ingegnere iraniano, Cecilia Sala è stata prelevata dal suo albergo a Teheran e condotta nel carcere di Evin. Quello dove vengono rinchiusi i dissidenti politici. Qui è detenuta da 10 giorni, in attesa che contro di lei vengano formulate delle accuse più precise rispetto alla generica «condotta illegale» per la quale viene giustificata la sua incarcerazione. Ma il sospetto a questo punto è che l’arresto sia solo un pretesto per fare pressioni sulle autorità italiane per il caso Abedini. Il 38enne è attualmente detenuto a Opera, dopo essere transitato per gli istituti penitenziari di Busto Arsizio e Rossano Calabro. Teheran vorrebbe il suo rilascio e il respingimento della richiesta di estradizione precipitosamente avanzata da Washington. I funzionari del dipartimento di Giustizia hanno 40 giorni per fornire tutta la documentazione necessaria per il trasferimento negli Usa di Abedini, qualora i giudici italiani lo avallassero e il ministro Nordio desse il via libera definitivo.
Gli ostacoli sul rilascio della giornalista Cecilia Sala
Per questo non è bastato l’intervento degli 007 italiani una volta appresa la notizia dell’arresto di Sala. La vicenda parrebbe essere ben più intrigata, la giornalista sarebbe diventata una pedina di scambio in un braccio di ferro a tre. Difficile per l’Italia non autorizzare l’estradizione, qualora le procedure burocratiche venissero svolte senza intoppi. Difficile nonostante sarebbe probabilmente la soluzione all’impasse. Ma dopo aver partecipato alle operazioni di arresto dell’ingegnere iraniano, è complicato per le autorità italiane sottrarsi agli obblighi con il suo alleato più potente. Per questo dal 27 dicembre si è messa in moto pubblicamente anche la rete diplomatica, uno sforzo che ha subito prodotto un risultato tangibile con l’incontro in carcere tra l’ambasciatrice Paola Amadei e la giornalista. Sala si trova in una cella da sola, ha potuto fare due telefonate alla famiglia e ha ricevuto alcuni generi di conforto e per l’igiene. Il governo è al lavoro per trovare una soluzione alla vicenda, con il pieno sostegno delle opposizioni e i ringraziamenti della famiglia della giovane per tutto l’affetto ricevuto in questi giorni.
Cecilia Sala a Evin, l’ipotesi Svizzera
Come sciogliere un intrigo internazionale senza che nessuna delle parti in causa – Usa, Iran, Italia – appaia debole o venga scontentata? Una soluzione potrebbe arrivare dal doppio passaporto di Abedini. L’ingegnere è infatti cittadino svizzero, Paese attraverso il quale gli Stati Uniti tengono informalmente i loro rapporti con l’Iran. In un procedimento slegato dalla richiesta di estradizione, i giudici italiani potrebbero decidere di consegnare Abedini alle autorità elvetiche. Il suo avvocato sta preparando la richiesta di arresti domiciliari. Difficile però che questa via soddisfi gli Stati Uniti, dopo il precedente dell’imprenditore russo Artem Uss, fuggito proprio dai domiciliari in attesa della decisione sulla richiesta di estradizione di Washington.