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Suggestione Salvini al Viminale, il gelo degli alleati. Tajani: «Ma quale rimpasto, deve occuparsi del Ponte»

29 Dicembre 2024 - 08:30 Massimo Ferraro
salvini rimpasto viminale tajani bignami meloni
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Il leader della Lega, dopo l'assoluzione nel processo Open Arms, continua a mandare messaggi ai colleghi di maggioranza, che però non hanno intenzione di cedere

Da quando è stato assolto nel processo Open Arms, il vicepremier Matteo Salvini ha più volte lasciato intendere che non gli dispiacerebbe tornare al Viminale. Invece di rassicurare l’attuale titolare del ministero dell’Interno, il leader della Lega si è detto interessato a questa possibilità. Della quale avrebbe parlato direttamente con la premier Giorgia Meloni. Ma dagli alleati non vi è nessuna intenzione di cedere a questa richiesta, o forse solo suggestione. Per non toccare gli equilibri interni alla maggioranza. E scongiurare un rimpasto che rischierebbe di toccare i nervi dei tre alleati di governo. Perché l’incastro tra forze di centrodestra, ministri e sottosegretari, è stato frutto di prolungate trattative tra i partiti. Una partita che né Forza Italia né Fratelli d’Italia hanno intenzione di riaprire. Considerato anche che da gennaio bisogna già pensare al mini-rimpasto forzato per sostituire tre sottosegretari dimissionari: Augusta Montaruli all’Università, Vittorio Sgarbi alla Cultura e Galeazzo Bignami alle Infrastrutture. Per due alleati su tre basta questo appuntamento per puntellare i rapporti di forza, senza ulteriori pressioni o frizioni. Per il terzo però può essere l’occasione per chiedere qualcosa in più per il proprio partito.

Tajani: Nessun rimpasto, Salvini pensi al Ponte sullo Stretto

Fuori dal Senato, sabato 28 dicembre, Salvini ha ribadito la sua intenzione di parlare con Piantedosi e Meloni per capire se ci sono margini per un suo ritorno al Viminale. «Al ministero dell’Interno c’è un ministro, Matteo Piantedosi, che sta lavorando benissimo, Salvini mi pare che abbia un altro lavoro», commenta a microfoni spenti Antonio Tajani al Fatto Quotidiano, «è il ministro delle Infrastrutture e sul suo tavolo ha dossier molto importanti e impegnativi. Salvini si dovrà occupare di iniziare a costruire il Ponte sullo Stretto: già questo mi sembra un compito parecchio impegnativo e sarebbe già molto importante». Il ministro degli Esteri, leader di Forza Italia e vicepremier, è categorico: non ci sarà un rimpasto. «Di solito si fa quando le cose non funzionano e questo governo invece sta facendo benissimo, sta lavorando alla grande: al momento non c’è bisogno di cambiare niente», spiega ancora. Parole condivise anche da Fratelli d’Italia. «Parlare si può parlare di tutto, ma oggi non si profilano le condizioni, mancano proprio i presupposti per procedere a un rimpasto», ha detto al Corriere della Sera il presidente del gruppo FdI alla Camera Bignami, «Salvini esprime una legittima ambizione. È stato assolto e può giustamente rivendicare di aver agito da ministro dell’Interno nel rispetto delle leggi. Anche noi siamo ben lieti di quella assoluzione, sulla quale avevamo pochi dubbi. Ma la squadra di governo si rivede se ci sono i presupposti. E non ci sono. Invece la stabilità che nessun altro esecutivo in Europa può vantare, va protetta». E aggiunge: «Quelli tra Fitto e Foti e tra Sangiuliano e Giuli sono stati avvicendamenti. Ma se si coinvolgessero ministero dell’Interno e ministero delle Infrastrutture si tratterebbe di un rimpasto di fatto. Si bloccherebbe l’attività di due dicasteri centrali per due mesi».

Foto di copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI

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