Afghanistan, i talebani vietano le finestre che si affacciano su spazi frequentati da donne: così continua senza tregua la repressione di genere
Continua a intensificarsi, senza tregua, la repressione della libertà delle donne in Afghanistan. Ora, un nuovo decreto emesso dai talebani al potere vieta la costruzione di finestre che possano dare su aree frequentate dalle donne, come «cortili, cucine o pozzi». Non solo: le finestre esistenti che permettono una visibilità su questi spazi devono essere murate. Il provvedimento, firmato dal leader supremo dei talebani e pubblicato dal portavoce Zabihullah Mujahid su X (ex Twitter), stabilisce che «vedere le donne lavorare in cucina, nei cortili o raccogliere l’acqua dai pozzi può portare ad atti osceni». Con questa affermazione, le autorità talebane giustificano il controllo sempre più rigido sulle abitazioni private, imponendo alle autorità locali e agli altri dipartimenti di monitorare i cantieri per garantire che non sia visibile alcuna scena che mostri donne in attività quotidiane. In caso di violazioni, i proprietari delle case devono costruire muri o altre barriere per ostruire la vista.
December 28, 2024
Il controllo totale sulla vita delle donne
Si tratta di un nuovo atto di oppressione che si inserisce in un quadro più ampio di misure che, dal ritorno dei talebani al potere nell’agosto 2021, hanno progressivamente escluso le donne dalla vita pubblica e le hanno costrette a rimanere dentro i confini delle loro case. Le Nazioni Unite hanno denunciato l’instaurarsi di un «apartheid di genere» in Afghanistan, dove le donne sono state bandite dalle scuole secondarie e dall’università, hanno visto limitata la loro partecipazione al mondo del lavoro e sono state escluse dall’accesso a parchi e spazi pubblici. Le recenti leggi talebane hanno continuato a restringere ulteriormente i diritti delle donne, proibendo loro persino di cantare o recitare poesie in pubblico, e diverse emittenti locali hanno smesso di trasmettere voci femminili.