Carolina de’ Castiglioni, la «sciura» milanese dei social: «A 18 anni entrai nella catena del revenge porn e non feci nulla. Oggi reagirei»
Il tema della violenza di genere, sia nelle sue forme più evidenti che in quelle più sottili, è al centro del nuovo podcast di Carolina de’ Castiglioni, attrice e creatrice del personaggio che sui social la resa virale: la sciura milanese. Il podcast, dal titolo Scomodiamoci, affronta la violenza di genere nelle sue molteplici sfaccettature, da quella in rete a quella presente nel quotidiano, passando per il sessismo sul lavoro. Un punto centrale delle sue riflessioni riguarda proprio la violenza nei gesti quotidiani, come la leggera superficialità con cui molti affrontano temi come il consenso o il sessismo nelle interazioni quotidiane, spesso minimizzando comportamenti che dovrebbero essere considerati inaccettabili. In un’intervista al Corriere della Sera, De’ Castiglioni rivela ora una sua esperienza personale sul tema. A colloquio con Anna Gandolfi, riflette su un episodio del passato, quando, all’età di 18 anni, si trovò coinvolta in una situazione di «revenge porn» (diffusione non consensuale di foto o video intimi), senza rendersi conto della gravità di quanto accaduto.
Il video intimo diffuso quando aveva 18 anni
«Arriva un video sul cellulare: due persone in atteggiamenti intimi. Diciamo molto intimi. Primo pensiero? “Ma guarda lei…”. Avevo 18 anni. Se torno a quel momento mi viene il mal di stomaco», racconta De’ Castiglioni. Pur non avendo poi ricondiviso il video, ammette che non fece nulla per fermarne la diffusione, limitandosi inoltre a giudicare la ragazza coinvolta. Con il tempo ha, però, compreso la gravità di quella situazione, un segno di quanto il tema della violenza di genere possa essere sottovalutato, anche da chi non si ritiene parte del problema. «Sono entrata nella catena senza farmi domande. Mi sento stupida, a distanza di anni. è girato in tutta Milano. Io non ho detto niente, non ho fatto niente per fermarlo, nella mia mente ho “giudicato” la ragazza. La vicenda è andata scemando, è passata, tuttavia non è difficile immaginare che abbia lascato segni su qualcuno. Oggi mi sarebbero suonati mille allarmi, allora zero. Siamo immersi in questa cosa», prosegue.
Le molestie subite per strada
La creator ci tiene, infine, a sottolineare quanto le donne subiscano forme di violenza quotidianamente. «L’altra sera, in pieno centro a Milano, erano le otto: indossavo pantaloni e tacchi che facevano un po’ di rumore sul marciapiede. Mi sento dire: “Ciao bella, vai a battere?”. È capitato tante volte, quasi la normalità: non dovrebbe esserlo. La prima avevo 12 anni: passa un camion, l’autista fischia, commenta il mio fisico. Ero una bambina e ancora lo ricordo. La sensazione che provo è di sporco, di disagio. Invece c’è chi minimizza: era solo un complimento, non si può scherzare. Quando ne parlo con mia madre ammette pure lei la sua colpa», conclude.