Due milioni di italiani si pentono dei tatuaggi. Dal nome dell’ex ai disegni fatti male, fino ai concorsi: i motivi che spingono a rimuoverli
Pensati e realizzati come marchi indelebili, espressioni d’identità, eppure c’è chi poi decide di fare un passo indietro. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sette milioni di italiani hanno ceduto al fascino dell’inchiostro sulla pelle, i tatuaggi. Ma tra questi, ben due milioni si sono poi pentiti. La soluzione c’è, ma è costosa e richiede tempo. Il metodo più efficace è il laser fatto da chirurghi estetici o medici estetici. Le motivazioni che spingono a cancellare un tatuaggio sono molteplici e spesso raccontano storie di rimpianti. Come riferisce La Stampa, al primo posto c’è il classico errore sentimentale: il 61% dei pentiti vuole eliminare il nome di un ex partner. Al secondo posto ci sono i tatuaggi mal eseguiti (45%) dai tatuatori. Seguono i disegni legati a relazioni con ex amici o parenti ormai distanti (41%) e i tatuaggi tribali, un tempo in voga, ma oggi considerati obsoleti (33%). Chiudono la classifica i tatuaggi troppo grandi o visibili, spesso fonte di imbarazzo.
Dalla rimozione con laser al restyling di un vecchio tatuaggio
Non mancano casi particolari. Per chi a un certo punto sceglie, ad esempio, di entrare nelle forze armate, i tatuaggi visibili possono rappresentare un ostacolo. Se si sceglie di rimuovere un tatuaggio, bisogna prendersi, però, il tempo necessario: nei casi più facili si va dalle 3 alle 5 sedute, mentre in quelli più difficili si arriva a 8-12 sedute, con intervalli di mesi da una seduta all’altra. La rimozione con laser è un processo lungo e meticoloso, che frantuma l’inchiostro in particelle poi eliminate dal corpo. Quando i tempi stringono, l’alternativa è la rimozione chirurgica, che però lascia cicatrici permanenti. Nonostante questi aspetti, il mercato delle rimozioni è in crescita. Non tutti, però, scelgono di cancellare i propri tatuaggi. Altri, infatti, optano per il restyling: un modo più economico per trasformare un vecchio disegno in qualcosa di nuovo e più adatto ai gusti attuali.