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Coronavirus, 5 anni dopo l’origine della pandemia è ancora un mistero. L’ira dell’Oms: «La Cina condivida i dati»

31 Dicembre 2024 - 21:43 Alba Romano
oms cina indagini origini
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L'organizzazione internazionale definisce l'accesso alle informazioni «un imperativo morale e scientifico». Replica di Pechino: «Non abbiamo mai nascosto nulla»

A cinque anni dall’inizio della pandemia che ha sconvolto il pianeta, la Cina non ha ancora condiviso con il resto del mondo i dati necessari per comprendere le origini del Covid-19. Un ritardo snervante per l’Organizzazione mondiale della sanità, che in questi giorni è tornata a implorare Pechino. «Continuiamo a chiedere alla Cina di condividere dati e accesso in modo da poter comprendere le origini del Covid-19. Questo è un imperativo morale e scientifico», si legge in una nota dell’Oms pubblicata lunedì 30 dicembre.

L’eredità del Covid

Dal 2020 ad oggi, il Covid-19 ha ucciso più di sette milioni di persone, mettendo in crisi i sistemi sanitari di tutto il mondo e innescando una crisi economica di proporzioni planetarie. «Senza trasparenza, condivisione e cooperazione tra i Paesi, il mondo non può prevenire e prepararsi adeguatamente a future epidemie e pandemie», spiega ancora l’Oms nella nota.

La risposta di Pechino

La risposta di Pechino non si è fatta attendere. «Cinque anni fa, la Cina ha immediatamente condiviso le informazioni sull’epidemia e la sequenza genetica virale con l’Oms e la comunità internazionale», ha ribattuto Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri. «Senza nascondere nulla – ha aggiunto – abbiamo condiviso la nostra esperienza di prevenzione, controllo e trattamento, dando un enorme contributo al lavoro di lotta alla pandemia della comunità internazionale».

Il mondo è pronto per la prossima pandemia?

Gli studi su come è nato il Covid-19 servono soprattutto a raccogliere elementi utili in vista delle future sfide sanitarie. Ma se oggi scoppiasse una nuova pandemia il mondo sarebbe meglio preparato rispetto a quella del Covid? «La risposta è sì e no», ha detto di recente Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. «Se la prossima pandemia si verificasse oggi, il mondo si troverebbe ancora ad affrontare alcune delle stesse debolezze e vulnerabilità che hanno dato origine al Covid-19 cinque anni fa». Allo stesso tempo, ha aggiunto Ghebreyesus, «il mondo ha anche imparato molte delle dolorose lezioni che la pandemia ci ha insegnato e ha adottato misure significative per rafforzare le sue difese contro future epidemie e pandemie».

In copertina: La visita degli esperti dell’Oms a un ospedale di Wuhan, in Cina, nel 2021 (EPA/Roman Pilipey)

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