I rimorsi di Macron per il 2024: «Sbagliai a sciogliere il Parlamento». La France Insoumise: «Allora si dimetta»
Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale lo scorso giugno «ha provocato più divisioni che soluzioni per i francesi». A nove mesi dalla mossa che ha scioccato la Francia, precipitandola verso improvvise elezioni anticipate la scorsa estate, Emmanuel Macron riconosce di aver sbagliato. O quasi. Il mea culpa arriva nel discorso di fine anno che, così come Sergio Mattarella in Italia, il presidente della Repubblica ha rivolto questa sera ai francesi. La scelta di sciogliere il Parlamento la sera stessa delle elezioni europee, che Macron aveva annunciato al Paese come mossa indispensabile a portare un chiarimento nella volontà politica dei francesi, ha prodotto «per il momento» il risultato opposto, riconosce ora il capo dello Stato. Sul pian morale, prima ancora che politico, quell’iniziativa «ha prodotto più instabilità che serenità. Mi prendo tutta la mia parte di responsabilità», ha chinato il capo per una volta Macron. Difficile pensarla diversamente, considerato il panorama politico: un nuovo Parlamento bloccato, spaccato in tre fronti indisponibili a collaborare – sinistre, centristi, estrema destra; un governo formato dopo mille travagli e affidato a un vecchio lupo della politica come Michel Barnier naufragato dopo appena due mesi; un nuovo esecutivo, affidato all’altro veterano François Bayrou, che rischia di non avere la fiducia del Parlamento neppure per iniziare il lavoro. Sullo sfondo, livelli di deficit e debito pubblico fuori controllo, e nessuna manovra economica per occuparsene. Un incubo insomma, senza soluzione evidente per nessuno.
December 31, 2024
Le speranze di Macron e la censura della France Insoumise
In questo scenario, Macron si è comunque rivolto ai francesi con parole di fiducia. Il 2025, ha detto, sia l’anno della riunificazione che consenta la stabilità. Nello stallo politico, spetterà a loro, i francesi, «decidere» su una serie di questioni chiave, un riferimento parrebbe all’indizioni di possibili referendum o convenzioni civiche. Macron ha promesso in ogni caso di vigilare sulla competitività del Paese, ossia sul fatto che la Francia continui ad essere attrattiva, che lavori e innovi di più, continuando a creare posti di lavoro e a crescere. Ma gli oppositori più acerrimi del capo dell’Eliseo, quelli della France Insoumise, non hanno atteso un minuto per cogliere al balzo i rimorsi di Macron: «Non basta riconoscere la propria responsabilità, deve trarre le conclusioni politiche: dimettersi», ha sentenziato il coordinatore della formazione di estrema sinistra Manuel Bompard.
December 31, 2024