In Evidenza CapodannoCecilia SalaTerrorismo
POLITICAIgnazio La RussaMatteo RenziSenato

Renzi sul «camerata» a La Russa: «Per lui è un complimento. Non è un Presidente super partes, si è rivelato un bugiardo»

31 Dicembre 2024 - 08:29 Massimo Ferraro
matteo renzi la russa camerata bugiardo senato
matteo renzi la russa camerata bugiardo senato
Dopo l'alterco in Senato, il leader di Italia Viva non abbassa i toni: «Ha attaccato me invece di invitare la maggioranza a fare silenzio durante il mio intervento»

«Un presidente fa parlare l’opposizione, un camerata la zittisce». Matteo Renzi non è pentito di aver criticato apertamente il presidente del Senato Ignazio La Russa durante il suo intervento in Aula prima dell’approvazione della legge di bilancio. In quell’occasione, il 28 dicembre scorso, il leader di Italia Viva ha definito la seconda carica dello Stato “camerata”, il termine usato dai fascisti per definire i propri militanti. «Quello che ha detto mi è scivolato addosso», ha minimizzato due giorni più tardi La Russa al Corriere. Ed è su questo che il senatore toscano torna ad attaccarlo, ancora sulle pagine del quotidiano milanese. «La Russa doveva richiamare la maggioranza che faceva confusione e invece ha attaccato me. Dopo di che il problema è che io gli do del camerata e lui lo prende come un complimento», dice Renzi, «il vittimismo ipocrita di chi cerca di trovare degli alibi perché sa di aver sbagliato è insopportabile. Quando il presidente ha affermato che in Aula c’era silenzio gli ho suggerito di fare un controllo acustico. Peraltro, sei mesi fa, l’ho fatto pure io che sono più giovane di lui». Anzi, gli augura «lunga vita», giocando ancora una volta sulle simpatie nere del parlamentare di Fratelli d’Italia: «Umanamente gli auguro il meglio: che viva i prossimi vent’anni con grande energia. Anche se con La Russa bisogna stare attenti a parlare di Ventennio, c’è il rischio che si emozioni».

Renzi e lo scontro con La Russa: «Non è super partes»

Renzi era intervenuto in aula anche per criticare la norma contenuta in manovra contro le consulenze di paesi stranieri a membri del governo. Una norma, sottolineava il senatore toscano, ad personam rivolta contro di lui. Ma, sottolinea, non era quello l’oggetto del contendere in quel momento in Aula. «Non è stata la norma ad personam l’elemento dello scontro. Peraltro proprio La Russa, ad Atreju, aveva detto che quella legge era sbagliata», è convinto Renzi, «lui non ha gradito che io ironizzassi sull’assenza di Giorgia Meloni, che va in Lapponia a incontrare Babbo Natale, ma fugge dal Senato per la legge di Bilancio. Che sta facendo di così importante la premier per scappare dai suoi obblighi istituzionali?». La critica poi a La Russa diventa fortemente politica: l’ex premier contesta l’imparzialità e il rispetto degli obblighi istituzionali del presidente del Senato. «Aveva giurato che sarebbe stato il presidente di tutti, si è rivelato un bugiardo, peccato», ha aggiunto al Corriere, Senza contare che prova campagne acquisti di senatori per la maggioranza. Un esempio? Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva, che però è donna tutta d’un pezzo e ha subito denunciato le avances politiche ricevute».

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche