Meloni riceve la madre di Cecilia Sala dopo il vertice a Palazzo Chigi. L’ambasciata dell’Iran: «Abedini detenuto con false accuse»
Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala – la giornalista italiana detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin, in Iran, senza alcuna accusa concreta – è entrata a Palazzo Chigi per incontrare la premier Giorgia Meloni. All’uscita, la madre della giornalista ha parlato alla stampa e ha ringraziato la premier. Giovedì 2 gennaio, si è tenuto un vertice di governo durato poco meno di un’ora – cosa è stato deciso al vertice di Palazzo Chigi su Cecilia Sala – sulla situazione della figlia e al quale erano presenti il ministro degli Esteri Antonio Tajani, quello della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i vertici dell’intelligence. Un’iniziativa resasi necessaria dopo le notizie pubblicate stamattina dai principali quotidiani, secondo cui Sala non avrebbe mai ricevuto i generi di prima necessità e di conforto spediti dall’ambasciata italiana e sarebbe vessata da una dura detenzione: in una cella angusta, senza letto, con la luce sempre accesa, privata perfino degli occhiali. Informazioni che ha fornito la stessa giornalista 29enne parlando al telefono con i famigliari e il compagno. «Fate presto», ha ribadito Sala. E se la nota ufficiale preme su condizioni di detenzione dignitose e rapida scarcerazione, da Palazzo trapela un certo nervosismo per la gestione della vicenda da parte dei giudici milanesi.
Il messaggio dell’ambasciata della Repubblica islamica in Italia
January 2, 2025
Prima del vertice Tajani ha incontrato l’ambasciatore iraniano a Roma, convocato d’urgenza per rinnovare la richiesta di rilascio della connazionale. Al termine dell’incontro l’ambasciata della Repubblica islamica in Italia ha diffuso un messaggio sui social, che ipotizza di fatto una correlazione tra l’arresto di Sala e quello dell’ingegnere iraniano: «In questo amichevole colloquio si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell’Iran», si legge su X. «L’ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell’arresto della signora Sala, secondo l’approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, tenendo conto del ricorrente anniversario della nascita di Cristo e dell’approssimarsi del nuovo anno cristiano, si è garantito l’accesso consolare all’ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari». Nel testo si sottolinea inoltre che «ci si aspetta» dal governo italiano che «acceleri la liberazione del cittadino iraniano detenuto» e gli fornisca le «necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno».
January 2, 2025
L’appello di Renzi al governo
A chiedere al governo di compiere nuovi forti passi politici era stato stamattina il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Tenuto conto che le condizioni di detenzione di Cecilia Sala «appaiono lontanissime da quelle descritte dal nostro ministero degli Esteri nei giorni scorsi», l’ex premier si rivolgeva direttamente a Giorgia Meloni, cui chiedeva di convocare un vertice d’urgenza con i leader di tutte le forze politiche. «Nessuno di noi vuole far mancare il proprio sostegno al Governo perché davanti all’arresto illegittimo di una cittadina italiana, a maggior ragione se giornalista, non c’è maggioranza e non c’è opposizione», premette Renzi. Ma in casi gravi e preoccupanti quello ora sotto gli occhi di tutti, continua, «è giusto che la Premier riunisca subito i leader di tutti i partiti o i capigruppo. Chiedo alla Presidente Meloni di riunire in sua presenza i leader di maggioranza e opposizione o semplicemente i capigruppo già oggi. O al più tardi domani. Siamo pronti a raggiungerla a Palazzo Chigi oggi o domani, interrompendo tutti le vacanze, perché la situazione è molto più seria e più grave di come è stata descritta ai giornali. Cecilia deve essere liberata subito e tutti insieme dobbiamo fare la nostra parte. Non c’è un minuto da perdere», Renzi concludeva l’appello. Che pare aver fatto breccia, o coinciso con ciò che Meloni aveva in animo.