Omeonga arrestato in aereo, l’ex Genoa contesta la versione della polizia: «Nessuna black list, picchiato per razzismo»
«Non ho ancora ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto». Rigetta l’ipotesi della polizia secondo cui sarebbe nella black list di Israele il calciatore ex Genoa Stephane Omeonga, che nel giorno di Natale è stato prelevato con la forza dalla polizia italiana da un volo da Roma a Tel Aviv in attesa di decollo. Il centrocampista belga, oggi in forze alla squadra israeliana Bnei Sakhnin, riconduce l’episodio alla discriminazione razziale. «Ho aspettato cinque giorni prima di scrivere il mio messaggio su Instagram perché all’inizio non ero pronto a parlarne», dichiara ai media belgi. E ha aggiunto: «Ora però voglio denunciare queste ingiustizie chiaramente razziali».
Omeonga: «Dalla polizia nessuna spiegazione»
L’atleta 28enne racconta quello che non si vede nelle immagini, che lo ritraggono mentre un poliziotto lo strattona e lo trascina prendendolo con violenza per il collo. «Non mi era stato detto nulla al check-in, o al controllo di frontiera o al gate di imbarco. Tutto è accaduto solo poco prima del decollo, all’interno dell’aereo». Prosegue il resoconto: «Uno steward si era avvicinato e dicendomi che c’era un problema con il mio passaporto e che non potevo decollare. Convinto del contrario, gli ho chiesto di spiegarmi la situazione prima di seguirlo. Non è riuscito a farlo e così ha chiamato la polizia. Mi hanno chiesto di seguirlo senza darmi spiegazioni anche se ho domandato con molta calma perché. È lì che è degenerato tutto».
Omeonga: «Non ho potuto chiamare mia moglie»
«Sono rimasto in cella per tre ore», ha aggiunto Omeonga, «ho chiesto se potevo chiamare mia moglie ma hanno rifiutato. Ho spiegato loro chi fossi e cosa stavo facendo, ma non è cambiato nulla. Anzi, la cosa più folle in questa storia è che il poliziotto che mi ha arrestato ha deciso di esporre una denuncia contro di me perché si è fatto male, picchiandomi. Ma sono stato io ad essere picchiato e fermato con la testa bloccata a terra dal ginocchio di un poliziotto, una volta che eravamo all’esterno dell’aereo».
L’interrogazione parlamentare
Il caso rimane dunque confuso. Secondo la polizia il calciatore sarebbe sulla black list di Israele, ma molti dettagli ancora mancano. Dettagli che Filiberto Zaratti deputato di Alleanza Verdi e Sinistra intende chiedere direttamente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’interrogazione parlamentare. In un nota il capogruppo di Avs in commissione Affari Costituzionali della Camera scrive dell’«ombra di un pestaggio su commissione» per «l’esistenza di una black list di Israele nella quale sarebbe segnalate persone sgradite a Tel Aviv». «Siamo diventati un Paese che esegue ordini impartiti da altri Stati o restiamo un Paese sovrano?», si chiede Zaratti. E conclude: «Non vorremmo che la destra, stordita dal sovranismo, abbia perso il senso di parole come sovranità e indipendenza», conclude l’esponente Avs.