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Pasti entro le 11, sesso programmato, a letto alle 20:30: la routine per l’immortalità in una serie Netflix

02 Gennaio 2025 - 13:20 Gabriele Fazio
Si intitola «Don't Die - The Man Who Wants To Live Forever», il documentario dedicato al miliardario Bryan Johnson che tenta di bloccare l'invecchiamento al costo di 2 milioni di dollari all'anno

Naturale che circa due anni fa la notizia facesse scalpore, naturale che a distanza di circa due anni la storia del miliardario che combatte giornalmente l’invecchiamento, quindi la morte, diventasse un documentario. Si intitola Don’t Die – The ManWho Wants To Live Forever il nuovo contenuto che, anche in Italia, da ieri si può trovare su Netflix. Il suo nome è Bryan Johnson, fino a pochi anni fa un miliardario come tutti gli altri:  fondatore ed ex CEO di Kernel, un’azienda che crea dispositivi che monitorano e registrano l’attività cerebrale, e di OS Fund, una società che investe in aziende scientifiche e tecnologiche in fase iniziale. Johnson, nato nel 1977 a Provo, nello Utah, è stato anche fondatore, presidente e ceo di Braintree, un’azienda specializzata in sistemi di pagamento mobile e web per aziende di e-commerce, società che ha venduto a PayPal per 800 milioni di dollari. Poi la svolta con l’idea forse più folle, forse che più di tutte risponde alle esigenze dell’essere umano di oggi: l’immortalità. Project Blueprint, questo è il nome dato a questa sua missione, una missione, sia chiaro, da oltre due milioni di dollari l’anno, che però sembrerebbe dare i suoi frutti. No, parrebbe non essere, non ancora perlomeno, il primo passo verso l’immortalità, ma studi scientifici fatti dai medici che seguono Johnson passo dopo passo in questo suo progetto ci dicono che l’età anagrafica (47 anni) non corrisponde a quella del fisico. Lo conferma lui stesso in un’intervista con Variety: «Dal punto di vista biologico ho probabilmente quasi trent’anni». A firmare la regia di una storia in cui scienza e filosofia e tecnologia si incastrano perfettamente, Chris Smith, regista già dietro la macchina da presa di piccoli cult del genere doc come Fyre e Bad Vegan. In realtà quello che ha vinto Smith è stato in tutto e per tutto un casting, quando si interessò della vicenda e scrisse al team di Johnson per proporre il soggetto gli fu risposto che era la 65esima persona a farsi avanti per raccontare da vicino la storia. Ma il curriculum di Smith alla fine ha fatto la differenza, così è stato lui ad avere la possibilità di seguire per un anno, ogni giorno, la rigida routine che Johnson si è imposto di seguire per il suo progetto alla Benjamin Button. «Una delle mie speranze – ha dichiarato il regista – è che le persone capiscano dal film che si possono ottenere grandi benefici per la salute attraverso il sonno, la dieta e l’esercizio fisico. È qualcosa che chiunque può ottenere».

La routine del miliardario

Sveglia alle 4.30 del mattino, tutti i suoi pasti sono consumati prima delle 11 del mattino e la sera, si fa per dire perché sono solo le 20:30, a letto, da solo e senza eccezioni. Durante la giornata ingerisce oltre 100 pillole, 54 solo al mattino, esegue una sorta di doccia solare a luce LED e si siede su un dispositivo elettromagnetico ad alta intensità che, ritiene, rafforzerà il suo pavimento pelvico. Johnson anni fa con il Guardian, si è definito «l’uomo più misurato del mondo». Il suo team di dottori ed esperti di salute monitora costantemente tutto ciò che fa il suo corpo, dai livelli di colesterolo alla lunghezza dei telomeri, piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma e che svolgono un ruolo chiave nella morte cellulare e nell’invecchiamento. Due dei tre pasti che consuma ogni giorno sono sempre gli stessi e contengono broccoli bolliti, cavolfiori, funghi e aglio, in alternativa un pudding con semi di chia, noci di macadamia e bacche. Vive abitualmente in uno stato di restrizione calorica, non beve alcolici e non esce mai la sera. Era arrivato perfino a sperimentare il prelievo di plasma sanguigno dal figlio diciottenne Talmage, e a sua volta ha donato il suo plasma al padre di 70 anni, ma ha abbandonato l’idea per mancanza di risultati. «Abbiamo sentito dire che il sonno fa bene – ha detto ancora a Variety – ma culturalmente lo depriorizziamo, ed è la prima cosa che va se dobbiamo lavorare fino a tardi o viaggiare, o vogliamo stare svegli e guardare uno spettacolo o uscire con gli amici. Ho mostrato alle persone con cinque abitudini che puoi, in effetti, ottenere un sonno di alta qualità ogni giorno e che il sonno è il farmaco anti-invecchiamento più potente al mondo. Ed è gratuito. Quindi, una buona salute è alla portata di tutti. Ho condiviso il mio protocollo gratuitamente con il mondo, senza alcun costo. Sto cercando di incoraggiare un cambiamento nella cultura». Sono in molti a riconoscergli il sacrificio in nome del progresso, del tentativo di risolvere il principale problema della vita, ovvero la fine della vita. Sono altrettanti però quelli che contestano il metodo, che si chiedono se una vita con sveglia alle 04:30 e buonanotte alle 20:30, senza uscire, senza concedersi mai cibo spazzatura, schedulando rigidamente la propria attività sessuale e riducendo al minimo anche la fatica della chiacchiera, sia degna di essere chiamata vita. A questo Bryan Johnson non sa dare una risposta ma la fornisce, anche su X, come spiegazione al fatto di essere single anche anni dopo il suo divorzio.

La risposta della scienza

Il Guardian quando raccontò la storia del miliardario che vuole sfidare la morte sottopose al dott. Charles Brenner, un biochimico che studia la longevità e l’invecchiamento, il sistema Blueprint. Questa la sua opinione in merito: «Non c’è nulla nel protocollo di Bryan Johnson che cambierebbe la sua durata di vita massima. Ci sono persone che sono invecchiate notevolmente bene e hanno vissuto per 110-122 anni. Nessuna di queste persone aveva pratiche altamente regolate come quelle di Johnson. Si può dire che si è messo su una traiettoria di invecchiamento migliore, ma non si può dire che abbia invertito o eliminato l’invecchiamento»

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