Roma, botte e insulti in branco a una coppia gay la notte di Capodanno: «Trauma cranico e naso rotto per esserci tenuti per mano»
Un gruppo di dieci ragazzi ha aggredito brutalmente con botte e insulti omofobi una coppia gay che stava rientrando a casa, mano nella mano, la notte di Capodanno. È quanto successo a Roma, in zona Malatesta, attorno all’una di notte. Le vittime sono due giovani, Stephano e Matteo, che hanno presentato subito denuncia, e si sono rivolte all’associazione Gaynet per ricevere supporto. «Dopo 15 minuti di botte e minacce, la coppia si è trovata a dover camminare fino al pronto soccorso con uno dei due sanguinante -Stephano, originario del Perù ma residente a Roma -, perché non c’erano ambulanze disponibili. Trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto e 25 giorni di prognosi, ma soprattutto tanta rabbia e paura», riferisce l’associazione. «Io ho saputo difendermi in qualche modo, ma mi hanno aggredito in 10 in una modalità tale che forse altri ragazzi non sarebbero sopravvissuti. Abbiamo denunciato e vogliamo che la nostra storia sia di esempio. Vogliamo che tutto questo finisca, tenersi per mano o scambiarsi uno sguardo romantico deve essere un gesto normale per tutti. Vogliamo reagire alla paura, perché con la paura di essere se stessi non si vive», dichiara Stephano. Nel frattempo, le realtà locali a supporto dei diritti Lgbtqia+ stanno organizzando un presidio in zona Malatesta, dove è avvenuta l’aggressione, per sabato 4 gennaio alle 17.
La denuncia di Gaynet
«Quello che è successo a Sthepano e al fidanzato è il risultato di tutte quelle leggi di uguaglianza che ancora non ci sono, visto che l’Italia registra un vergognoso 36° posto sulla parità Lgbtqia+, nonché della peggiore maggioranza parlamentare sui diritti civili che l’Italia ricordi, dal disastro nei consultori alla persecuzione di famiglie arcobaleno e persone trans», denuncia Rosario Coco, presidente di Gaynet. «Oltre alle classiche lacrime di coccodrillo, chi avrà il coraggio in Parlamento di ammettere le proprie responsabilità? Come aver agitato la bufala del gender per anni bloccando qualunque tipo educazione a diversità e rispetto nelle scuole, aver applaudito all’affossamento della legge contro l’omolesbobitransfobia, aver attaccato i Pride o essersi schierati con Orban in Europa. La solidarietà non basta più e per ammettere di aver sbagliato, o di non aver fatto abbastanza, non è mai troppo tardi», conclude.
Foto di copertina di Gay.it