Tutti gli errori su Agrigento capitale della cultura: dalla gaffe del cartello alle critiche di Buttafuoco
Sette anni dopo la prima candidatura di Agrigento a Capitale italiana della cultura la situazione nel comune siciliano può tradursi tutta nel grande cartello stradale per «la strada degli scrittori» dedicata a «I luoghi di Luigi Pirandello» dove alla prima riga c’era l’indicazione «Valle “di” Templi», alla quarta «Casa Pirandello “contrata” Caos». Orrori a cui l’«Anas ha già provveduto alla rimozione. Il segnale sarà sostituito». Una serie di strafalcioni che hanno spinto spiega oggi Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco a invocare il commissariamento della città per salvare quello che doveva essere un «appuntamento con la storia». «Avevo un’idea ben precisa, che fosse l’occasione delle occasioni. Credo che ci siano tutti i presupposti affinché da Roma, quindi dal comando centrale, si abbia la consapevolezza di impugnare il tutto, anche a costo di essere sgarbati nei modi, perché non si può perdere questa occasione», ha spiegato l’intellettuale. E non ha tutti i torti.
Il programma che per ora non esiste. Le opposizioni «non è stata sistemata una strada, uno svincolo, un marciapiede, una fontana»
Quattordici prima dell’attesa visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ad Agrigento dove secondo le opposizioni «non è stata sistemata una strada, uno svincolo, un marciapiede, una fontana», non c’è uno straccio di programma per l’annata. Salvo lo slogan «Lasciati abbracciare dalla cultura». Spiega Stella che quando i promotori si sono ritrovati agli sgoccioli di dicembre hanno annunciato: ne parleremo a Roma il 14 gennaio alla presentazione ufficiale col ministro Alessandro Giuli. E ricorda il concerto de Il Volo di Natale (registrato ad agosto al Tempio di Giunone e infine le polemiche sul nuovo
Telamone, «presentato l’anno scorso e criticatissimo da larga parte degli archeologi, da Salvatore Settis ad Adriano La Regina: come ha potuto la “Capitale italiana della cultura” spendere mezzo milione
di euro per costruire di sana pianta una specie di grande Telamone-Frankenstein mettendo insieme oltre novanta pezzi di otto telamoni diversi violando tutte le regole del buon restauro?».