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Cecilia Sala: il 15 gennaio si decide sui domiciliari per Abedini. Teheran: «Roma non segua la politica ostile degli Usa»

03 Gennaio 2025 - 17:29 Stefania Carboni
cecilia sala arresto iran ambasciatrice usa
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La nota del ministero iraniano dopo l'incontro con l'ambasciatrice Paola Amadei, che ha rinnovato la richiesta di rilascio della giornalista detenuta a Evin

Sul caso Cecilia Sala, la giornalista detenuta da 16 giorni a Teheran nella prigione per oppositori politici di Evin, l’ambasciatrice italiana Paola Amadei è stata ricevuta al ministero degli Esteri. L’incontro è avvenuto dopo il vertice convocato d’urgenza da Giorgia Meloni e l’incontro della premier con la madre della giornalista 29enne. Le note dell’ambasciata iraniana a Roma e dal comunicato ufficiale del governo italiano diffuse ieri mettono in aperta correlazione la vicenda della giornalista italiana con quella dell’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi, il 38enne ingegnere italiano fermato a Malpensa. Dopo l’incontro a Teheran, è stato il direttore generale del ministero degli Esteri Majid Nili Ahmedabadi a inoltrare le richieste del suo Paese per una veloce risoluzione della questione. Il dipartimento per gli affari europei del ministero ha protestato contro «l’arresto illegale» di Abedini. «È una detenzione arbitraria in linea con gli obiettivi politici ostili degli Stati Uniti di prendere in ostaggio cittadini iraniani nelle parti più remote del mondo, imponendo l’attuazione delle leggi interne statunitensi negli altri paesi», la posizione di Teheran, «Ciò non solo danneggerà i vecchi legami Iran-Italia, ma è anche contrario alle leggi e ai regolamenti internazionali, comprese le leggi sui diritti umani». Per questo Ahmedabadi chiede per conto del suo governo il rilascio del cittadino iraniano e apra il terreno necessario per il rilascio di Abedini – leggasi: la concessione dei domiciliari, per cominciare – : «L’Italia non dovrebbe lasciare che i nostri legami bilaterali vengano indeboliti dagli Stati Uniti».

Caso Abedini, quando decideranno i giudici di Milano sui domiciliari

La corte d’appello di Milano ha fissato per il prossimo 15 gennaio l’udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano bloccato in Italia il 16 dicembre scorso per una richiesta di estradizione degli Usa, perché sospettato di associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e sostegno a organizzazioni terroristiche (le Guardie della Rivoluzione islamica). A riferirlo è Ansa. L’istanza ha il parere negativo della Procura generale di Milano, informazione questa già trapelata nella giornata di ieri. Un arresto che è legato a doppio filo con quello di Cecilia Sala. La data è in linea con le intenzioni della premier Giorgia Meloni che vuole chiudere il caso, riportando la giornalista in Italia o almeno in condizioni detentive migliori (come un eventuale domicilio all’ambasciata) entro l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, il 20 gennaio prossimo. 

L’ambasciatrice Amedei ricevuta dal ministro degli esteri iraniano

L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, è stata ricevuta questa mattina al ministero degli Esteri iraniano per il caso di Cecilia Sala, la giornalista detenuta dal 19 dicembre scorso. A quanto si apprende, Amadei – che ha incontrato il direttore per l’Europa del ministero – ha rinnovato la richiesta di rilascio immediato per Sala e la possibilità di farle arrivare in carcere generi di prima necessità.

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