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L’operaio che ha perso il lavoro ed è finito in depressione: la legge «salva-suicidi» gli azzera il debito

03 Gennaio 2025 - 15:43 Ugo Milano
storia mario operaio legge salva suicidi
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Dal baratro alla rinascita: così il 50enne si è ripreso dopo anni difficili e migliaia di euro di debiti

La storia di Mario, un operaio metalmeccanico di 50 anni, è un racconto di caduta, disperazione e, alla fine, di rinascita. Residente nell’hinterland di Bergamo, Mario si è trovato a vivere una vera e propria tempesta nel suo quotidiano: la perdita del lavoro, un grave incidente stradale, la fine della relazione con la compagna e, infine, una spirale di debiti che lo ha portato sull’orlo della disperazione. Tutto inizia quando l’azienda in cui lavorava chiude i battenti, lasciandolo improvvisamente senza lavoro. Con una relazione sentimentale già in crisi e un mutuo aperto, il 50enne vede il suo orizzonte sgretolarsi. Come ricostruisce il Corriere, la casa viene messa all’asta, ma il ricavato non basta a coprire i 101mila euro di debiti accumulati. Isolato da famiglia e amici, la depressione inizia a farsi strada. E quando, nel 2019, sembra trovare una piccola luce con un nuovo lavoro e un piano di rimborso tramite cambiali, le difficoltà tornano a travolgerlo. Un calo della produzione nella nuova azienda lo spinge di nuovo sul lastrico, costringendolo a lasciare l’affitto e a vivere in auto per 149 giorni. In preda alla disperazione, sfiora il gesto estremo, ma un intervento del Comune di Lallio gli offre una speranza: un piccolo alloggio dove ritrovare un minimo di stabilità. E, successivamente, la legge salva-suicidi lo risolleverà del tutto.

La svolta di Mario grazie alla legge salva-suicidi

Nel 2024, la sua storia arriva al comandante della polizia locale di Treviolo, Matteo Copia, che suggerisce di rivolgersi a Protezione Sociale Italiana. Grazie al supporto di un legale, viene avviata una procedura per ricorrere alla legge 3 del 2012, nota come «salva suicidi» e pensata all’epoca in seguito ai tanti imprenditori che si tolsero la vita a causa dei debiti, per gli effetti della crisi finanziaria del 2008. Tra i precedenti di persone che hanno fatto accesso alla legge c’è anche l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto. «Mario era un debitore meritevole», spiega il suo avvocato. «Non aveva contratto obbligazioni con dolo né commesso reati. Con un reddito minimo, solo una piccola pensione di invalidità da 500 euro al mese, e nessun patrimonio significativo, rispondeva ai criteri necessari per l’esdebitamento», aggiunge. Dopo dieci mesi di attesa, a metà dicembre 2024, il Tribunale di Bergamo ha approvato la cancellazione dei suoi debiti.

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