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Strage di New Orleans, quello strano collegamento con l’esplosione della Tesla. Ma l’Fbi frena: «Jabbar ha agito da solo»

03 Gennaio 2025 - 08:53 Ugo Milano
I due attentatori erano entrambi militari e avevano operato nella stessa base a Fort Bragg. Non solo: entrambi hanno noleggiato i veicoli usati per gli attentati con la stessa app "Turo"

Il terrorista Shamsud-Din Bahar Jabbar, che ha ucciso almeno 14 persone e ne ha ferite una trentina la notte di Capodanno a New Orleans, ha agito da solo. Un «lupo solitario» con un passato nell’esercito Usa, radicalizzatosi negli ultimi anni e unitosi all’Isis prima dell’estate scorsa, che aveva pianificato inizialmente di colpire famiglia e amici dopo una spirale di crisi, tra divorzi e debiti. È il profilo tratteggiato dall’Fbi, che continua a indagare se ci sia un legame con l’esplosione della Tesla di fronte al Trump Hotel a Las Vegas. Connessione, almeno per il momento, esclusa dall’Agenzia. Ma dalle indagini del Federal Bureau of Investigation è emerso come Jabbar aveva affittato il suo pick up bianco – con cui ha falciato decine di persone che festeggiavano il nuovo anno – dalla compagnia Turo, la stessa usata da Matthew Livelsberger per prendere il Cybertruck della Tesla esploso davanti al Trump International Hotel. Ma non solo: i due erano entrambi militari, avevano servito – in momenti diversi – nella stessa base di Fort Bragg in North Carolina. Livelsberger aveva inoltre una ferita d’arma da fuoco alla testa, spiega la polizia, mentre una seconda pistola era nell’auto, insieme a passaporto, documento d’identità militare e telefono. Jabbar aveva invece piazzato anche due bombe artigianali, una su Bourbon Street e l’altra a due isolati di distanza.

L’affiliazione all’Isis di quest’ultimo è stata confermata da diversi video pubblicati su Facebook dove l’attentatore sostiene di essersi unito allo Stato islamico prima dell’estate scorsa e di aver fornito le sue ultime volontà e il testamento. Probabilmente altri elementi arriveranno dai tre cellulari e dai due laptop legati a lui e recuperati dagli investigatori. In un video di alcuni anni fa è lui stesso a raccontare di essere nato e cresciuto a Beaumont, in Texas, e di vivere a Houston. «Sono rimasto qui tutta la mia vita, ad eccezione dei viaggi per l’esercito», dice. In questo filmato posa davanti a uno schermo su cui è scritto a grandi lettere la parola «Disciplina». Le domande che cercano ancora risposte sui due episodi sono tante. Ma, nel frattempo, per rassicurare gli americani, New York ha rafforzato le misure di sicurezza a Times Square e davanti alla Trump Tower. 

Trump contro tutti

A 17 giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump si è scagliato contro l’Fbi e sulla politica delle frontiere aperte di Joe Biden – che con l’attentato di New Orleans non c’entra nulla – dopo la strage e l’esplosione della Tesla cybertruck davanti al suo hotel a Las Vegas. E insiste pretestuosamente sull’immigrazione illegale nonostante il lupo solitario autore della strage fosse sì un uomo di origine araba radicalizzato, ma nato e vissuto negli Usa, con un passato nell’esercito americano e un dispiegamento in Afghanistan. Mentre il conducente della Tesla era un americanissimo berretto verde. «Con la politica “Open Border” di Biden – ha scritto su Truth pur senza nominare i due attentati – ho detto molte volte durante i comizi e altrove che il terrorismo islamico radicale e altre forme di crimine violento diventeranno così gravi in America che sarà difficile anche solo immaginarlo o crederci. Quel momento è arrivato, solo peggio di quanto si potesse immaginare. Joe Biden è il peggior presidente nella storia dell’America, un disastro totale e completo». In un altro post ha denunciato che «il Paese è un disastro, uno zimbello in tutto il mondo! Questo è ciò che accade quando hai frontiere aperte, con una leadership debole, inefficace e praticamente inesistente». Quindi ha attaccato il dipartimento di giustizia, l’Fbi e i procuratori statali e locali democratici «incompetenti e corrotti», che «hanno trascorso tutte le loro ore di veglia ad attaccare illegalmente il loro avversario politico, io, piuttosto che concentrarsi sulla protezione degli americani dalla feccia violenta esterna e interna che si è infiltrata in tutti gli aspetti del nostro governo e della nostra stessa Nazione». E ha invocato l’intervento della Cia «prima che sia troppo tardi». 

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