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Cottarelli: «Dal governo solo promesse. Il taglio delle imposte? Non c’è stato»

04 Gennaio 2025 - 08:37 Alba Romano
carlo cottarelli
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L'economista a La Stampa: «Quello che ha fatto il governo è un risparmio sul disavanzo»

«Il taglio delle imposte non è altro che la conferma delle misure precedenti. Ora migliorano i conti ma i mercati sono attenti alle fluttuazioni. Sedersi sugli allori con la nostra traiettoria di discesa del debito pubblico sarebbe pericoloso». Queste le parole alla Stampa dell’economista Carlo Cottarelli, in un’intervista a firma di Fabrizio Goria. Sulla pressione fiscale in aumento spiega: «Sebbene si tratti di un dato di un solo trimestre è un aumento coerente con quello che era stato pubblicato con i documenti correlati alla legge di Bilancio. Sia per il 2024 sia per il 2025 si era previsto un incremento oltre il 42% della pressione fiscale. Questo taglio delle tasse da parte del governo non è un vero taglio». «Ma bisogna chiedersi – aggiunge – perché nonostante le aliquote siano più o meno invariate aumenta la pressione: c’è stato un aumento inaspettato nel 2024 per circa mezzo punto percentuale di Pil. Le entrate sono andate meglio del previsto, secondo il governo, perché è aumentata l’occupazione. Ma la spiegazione del governo non è valida. Ci sono due possibilità. La prima è l’effetto di lunga gittata delle misure per combattere l’evasione fiscale, come per esempio la fatturazione elettronica. Secondo, ci può essere un extragettito delle varie rottamazioni». Oppure, per Cottarelli, ci potrebbe esser «un fattore temporaneo legato a ciò che sta succedendo alla distribuzione del reddito. I salari nel 2024 sono aumentati più dei profitti. E siccome i salari sono tassati con la ritenuta alla fonte mentre i profitti sono tassati con un certo ritardo, è possibile che ci sia uno squilibrio».

«Quello che ha fatto il governo? Un risparmio sul disavanzo»

«Bisogna dare atto al governo che c’è stato un risparmio sul disavanzo. Il piano di rientro del deficit è in linea con le regole europee, che non sono particolarmente rigide», spiega l’economista. Giorgetti «è stato prudente. C’era margine per spendere di più. Si è deciso di non farlo. La domanda è perché l’opposizione non ha attaccato il governo su questo punto. Anzi l’esecutivo a oggi è più rigoroso di quanto richiesto dalla Commissione Ue. Non si può di certo criticare il governo sotto questo punto. Si tratta di un elemento che ha contribuito ad abbassare lo spread. Però deve essere mantenuto nel tempo».

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