Scozia, Hilda è la prima mucca che non inquina: selezionata per ridurre le emissioni di metano in atmosfera
Nel Paese che nel 1996 riuscì a clonare per la prima volta un mammifero (la pecora Dolly) c’è un nuovo animale che ha catturato l’attenzione di esperti e curiosi. Si tratta di Hilda, una vitellina nata in Scozia con la fecondazione artificiale in vitro (Ivf). Niente di strano din qui, se non fosse che si tratta del primo esemplare di una linea selezionata appositamente per ridurre le emissioni di metano, che insieme all’anidride carbonica rappresenta uno dei più potenti gas a effetto serra, principali responsabili del riscaldamento globale.
Il metano in atmosfera
Hilda fa parte della mandria di Langhill a Dumfries, che da oltre 50 anni prende parte a programmi di miglioramento genetico da parte di diversi gruppi di ricerca britannici. Tra questi c’è anche il Cool Cows Project, che si occupa di ridurre le emissioni di metano nei bovini. Per quanto possa sembrare strano, infatti, le mucche sono tra i principali emettitori di CH₄, un potente gas che ha un effetto riscaldante sull’atmosfera circa 28 volte superiore alla CO₂, anche se a differenza di quest’ultima si degrada più velocemente.
I bovini e le emissioni di metano
Ma cosa c’entrano i bovini con le emissioni di metano? La spiegazione, in realtà, è abbastanza lineare: le mucche mangiano il carbonio della CO₂ immagazzinato nell’erba e negli altri vegetali, dopodiché lo rilasciano sotto forma di metano con il respiro e soprattutto con le flatulenze. «In realtà i bovini non producono metano, sono i batteri all’interno del loro stomaco a degradare la cellulosa in CH4», precisa al Corriere della Sera Giovanni Bittante, professore emerito di Zootecnica generale all’Università di Padova. «Non esistono mutazioni genetiche nel Dna dei bovini che fanno produrre meno metano. Però – continua l’esperto – in alcuni bovini i batteri metanogeni sono meno attivi. Selezionando questi esemplari si arriva a ridurre le emissioni di metano».
L’esperimento di Hilda
Ed è proprio questo il procedimento che è stato seguito per dar vita alla piccola Hilda. A differenza di quanto si potrebbe pensare, la vitellina nata in Scozia non è un Ogm, ossia un organismo geneticamente modificato. Si tratta, molto più semplicemente, del risultato di una selezione degli allevatori, che fanno accoppiare gli animali nella speranza di ottenere esemplari con determinate caratteristiche. In questo caso, mucche con batteri metanogeni meno attivi, in grado di ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera. Nel giro di otto mesi, dovrebbero arrivare nuove mandrie “green”, con le stesse caratteristiche della piccola Hilda.
Foto di copertina: Dreamstime/Martine De Graaf