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L’arringa della presidente sarda Todde: «Non accetto lezioni da chi difende ministri indagati»

05 Gennaio 2025 - 07:58 Stefania Carboni
alessandra todde
alessandra todde
La difesa della governatrice regionale sui quotidiani. E sulla mancata presentazione della bolletta da 153 euro replica: «Chiariremo anche questo. Ma il fatto che questo importo faccia parte dell'ordinanza ci racconta di cosa stiamo parlando»

«Non accetto lezioni di legalità da chi difende una ministra accusata di truffa allo Stato o ha votato in Parlamento per la ‘nipote di Mubarak’. Sono certa della correttezza del mio operato, ho fiducia nella magistratura e chiarirò tutto nelle sedi opportune». Si difende così la governatrice della Sardegna Alessandra Todde in un’intervista rilasciata su Repubblica. Todde è stata dichiarata decaduta dalla carica dal Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello di Cagliari a causa di irregolarità nella gestione e rendicontazione della campagna elettorale. «L’atto della commissione regionale di garanzia elettorale – aggiunge – non ha poteri per farmi decadere. L’unico organo che può farmi decadere è il Consiglio regionale. Quindi sono nel pieno della mia legittimità e vado avanti serenamente. Io mi sto concentrando solo sulle cose per le quali mi hanno eletto».

«Ho parlato a lungo sia con Conte che con Elly Schlein, i miei consiglieri mi hanno mostrato la loro vicinanza»

Tra le contestazioni attribuitele nell’ordinanza ci sono sia l’assenza di un mandatario, una fattura non depositata nel cassetto fiscale, una lista movimenti e non un estratto conto bancario presentata alla Corte dei Conti e l’assenza di un conto corrente ad hoc per la raccolta (è stato invece utilizzato un conto personale). Sul perché non abbia nominato il mandatario elettorale replica: «Il mandatario si nomina nel momento in cui si accettano contributi da esterni. Io ho deciso di avvalermi del comitato elettorale del M5s che ha rappresentato tutti i candidati alle regionali in Sardegna. Non ho sostenuto direttamente spese né contributi esterni. Lo dimostrano le carte. Il comitato ha aperto un conto dedicato che poteva ricevere contributi anche da esterni e tracciati. Tutto è stato consegnato alla Corte dei conti. La Corte d’Appello infatti solleva dubbi sulla mia posizione personale come candidata, ma non del comitato elettorale del Movimento che è sottoposto al controllo dei magistrati contabili». Todde ha rilasciato inoltre un’intervista anche al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano. Al quotidiano diretto da Marco Travaglio sottolinea: «Paradossalmente questa vicenda ha ricompattato la mia maggioranza – afferma – Ho parlato a lungo sia con Conte che con Elly Schlein, i miei consiglieri mi hanno mostrato la loro vicinanza e i tecnici del Pd hanno parlato con i nostri avvocati. Siamo coesi. Sul merito dei fatti sono serena, sulla forma non so, perché non sono un’esperta e a questo provvederanno i professionisti. Io resto nel pieno dei miei poteri di presidente, e questo è il punto essenziale». Tra le contestazioni c’è anche la mancata presentazione di una bolletta di 153 euro. «Chiariremo anche questo. Ma il fatto che una bolletta di questo importo faccia parte dell’ordinanza ci racconta di cosa stiamo parlando».

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