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La Cassazione: se il passeggero senza cintura muore in un incidente stradale è colpa del guidatore

06 Gennaio 2025 - 09:49 Alba Romano
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La sentenza sulla morte di un diciottenne

Se il passeggero dell’automobile è senza cintura e muore il guidatore è responsabile. Lo ha deciso il 18 dicembre 2024 annullando la sentenza di assoluzione nei confronti di Letizia D., una 29enne di Alatri accusata di omicidio colposo. Il 31 dicembre 2015 la sua Fiat Punto era finita fuori strada a causa di un cane randagio e un suo amico era morto. Secondo i supremi giudici la ragazza «non aveva preteso dai passeggeri, prima di mettersi in marcia, che indossassero la cintura», spiega oggi Il Messaggero. Si dovrà celebrare un nuovo giudizio davanti alla Corte d’appello di Roma.

La morte

Gianmarco Ruspantini, che aveva compiuto 18 anni qualche giorno prima, era sull’auto di Letizia con altre tre amiche. I quattro percorrevano la Statale 115 per Fiuggi a 65 chilometri all’ora. La ragazza ha cercato di schivare il cane che attraversava la strada e aveva perso il controllo dell’auto, che era finito contro il pilone d’ingresso di un centro commerciale, ribaltandosi. Ruspantini è morto sul colpo. Il tribunale di Frosinone l’aveva assolta «perché il fatto non costituisce reato». Perché l’auto «non era dotata di sistemi acustici atti a segnalare il mancato utilizzo delle cinture e, in ogni caso, non era esigibile che la conducente potesse compiere, durante la marcia, una continua verifica in tal senso».

La sentenza

Il procuratore generale presso la Corte d’Appello Giulio Romano aveva appellato l’assoluzione sulla base del combinato disposto dell’articolo 589 del codice penale e dell’articolo 172 del codice della strada: «Risponde di omicidio colposo chi, prima di intraprendere la marcia del veicolo con passeggeri a bordo, non esige che costoro indossino la cintura di sicurezza, verificando che lo facciano e in caso di renitenza, rifiuti il trasporto, continuando a verificarlo durante la marcia, anche con l’aiuto degli altri passeggeri trasportati, interpellando direttamente il passeggero». La Cassazione gli ha dato ragione. «Solo l’imputata e la passeggera seduta al suo fianco indossavano la cintura. E non è sufficiente come giustificazione per «escludere il nesso causale» tra la condotta negligente della ragazza e la morte del suo amico, il fatto che non vi fossero dei segnali acustici ad allertarla del mancato uso della cintura da parte di chi era seduto dietro.

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