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«Una questione di interesse nazionale»: cosa ha detto Giorgia Meloni a Donald Trump su Cecilia Sala

donald trump giorgia meloni cecilia sala
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La premier si aspetta una linea morbida sul caso Abedini. Fino a «chiudere un occhio» per la liberazione della giornalista. «Se salvare un americano è per la dottrina Usa come salvare la nazione, così deve valere per l’Italia»

La liberazione di Cecilia Sala «è una questione di interesse nazionale». E Giorgia Meloni si aspetta una linea «non radicale» da parte degli Stati Uniti. Per questo è andata a Mar-a-Lago da Donald Trump. Anticipando anche un atto imminente del governo italiano. E pregando il presidente che entrerà in carica il 20 gennaio di «chiudere un occhio». Al netto dell’accordo su SpaceX con Elon Musk, la visita lampo e a sorpresa della premier italiana negli Usa è servito, spiegano i retroscena dei giornali, proprio a mettere un punto con l’alleato americano sulla questione della giornalista arrestata in Iran e di Mohammad Abedini Najafabadi, imprenditore accusato di aver fornito a Teheran la tecnologia per colpire le basi Usa in Medio Oriente.

La trattativa

«È andata bene, sono più che soddisfatta. Siamo pronti a lavorare insieme in modo costruttivo e in un clima di reciproca fiducia», è il virgolettato attribuito alla premier dal Corriere della Sera. Il viaggio in Florida, durato poco meno di cinque ore, ha colto di sorpresa anche i colleghi di governo. Antonio Tajani, a quanto pare, non ne sapeva nulla. Mentre Matteo Salvini si è complimentato nel pomeriggio di ieri: lui sarà il 20 gennaio alla proclamazione, mentre Meloni potrebbe mancare l’invito. Il leader della Lega ha tentato dall’inizio di autoproclamarsi referente di Trump in Europa. Con l’invito di ieri il tycoon sembra aver scelto un altro partner. Quello che «ha sconquassato l’Europa», e che potrebbe essere utile nella disarticolazione dell’Ue, obiettivo a medio e lungo termine degli Stati Uniti.

Un viaggio non condiviso

La Farnesina e alcune parti dei nostri servizi di sicurezza non hanno gradito la genesi di un viaggio non comunicato e non condiviso. Nato e costruito sulla base dei rapporti di Meloni con lo staff di Trump e con Elon Musk. Ma lo schema, fanno sapere da Palazzo Chigi, era dettato anche dalle esigenze del caso Sala. Sul quale per adesso Trump non può fare nulla, visto che negli Usa esistono ragioni legali per le quali un presidente eletto non può affrontare temi di politica interna o estera prima del giuramento. Eppure Meloni e Trump hanno trascorso parte delle cinque ore di colloqui da soli. Proprio sul caso Sala arrivano dal governo segnali di ottimismo. Abedini non sembra una pedina di primo piano o imprescindibile per gli Usa.

I domiciliari

La Corte di Appello di Milano ha fissato al 15 gennaio l’udienza per discutere sugli arresti domiciliari di Abedini. Secondo la difesa l’indicazione di un appartamento con garanzia del consolato dovrebbe bastare a fugare i dubbi sulle possibilità di fuga. Gli americani hanno inviato un alert specifico al ministero della Giustizia per dire che invece il soggetto ha la possibilità di organizzare una fuga. Ma per la scarcerazione esiste anche una possibilità che passa per via Arenula. Spiega Repubblica che un articolo del codice di procedura penale, il 718, al comma 2 prevede che, in caso di arresto con richiesta di estradizione, «la revoca è sempre disposta se il Guardasigilli ne fa richiesta». Se oggi Carlo Nordio lo chiedesse, Abedini sarebbe libero.

I precedenti

Secondo i tecnici del ministero che nei giorni prossimi prepareranno una relazione, esistono dei precedenti. E l’iraniano è accusato di far parte dell’Irgc, il corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Considerata un’organizzazione terroristica fin dal 2019 a Washington. Ma non è così in Italia e in quasi tutta l’Unione Europea (a parte la Svezia): non si trova nelle black list. In più, sostiene La Stampa, la leader ha fatto leva con Trump anche sulla priorità costituzionale dei diritti dell’individuo nella tradizione americana. «Se salvare un americano è per la dottrina Usa come salvare la ragione di vita di una nazione, così deve valere per l’Italia», è il ragionamento.

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