Golden Globe, trionfano “Emilia Perez” e “The Brutalist”. “Challengers” di Guadagnino vince per la colonna sonora
Emilia Perez e The Brutalist sono i migliori film del 2024 nelle sezioni commedia e drammatico. Il film di Jacques Audiard ha vinto il Golden Globe anche per il miglior film non in inglese superando l’italiano Vermiglio di Maura Delpero. Il musical sul narcotraffiante messicano che cambia sesso era arrivato con dieci nomination. Zoe Saldana ha vinto il premio per miglior attrice non protagonista. La transgender Karla Sofia Gascon però non ha vinto quello di miglior attrice. In onda dal Beverly Hilton sulla Cbs, la serata ha visto il trionfo di Brady Corbet, premiato per la regia di The Brutalist insieme al protagonista Adrian Brody. Challengers di Luca Guadagnino ha invece vinto un Golden Globe per la migliore colonna sonora originale.
Gli altri premi
Wicked ha avuto un riconoscimento come campione al box office. Fernanda Torres di Io Non Sono Qui ha battuto Angelina Jolie, Tilda Swinton, Kate Winslet e Pamela Anderson come miglior attrice in un dramma. Sebastian Stan ha vinto come miglior attore in un musical per A Different Man, ma non per The Apprentice, il film su Donald Trump. Demi Moore ha portato a casa il suo primo Golden Globe nella categoria miglior attrice di commedia/musical. Flow – Un Mondo da Salvare ha vinto come miglior lungometraggio a cartoni animati. Diretto da Gints Zilbalodis, è stato selezionato per rappresentare la Lettonia agli Oscar del 2025. Per le tv Shogun è stata nominata miglior serie drammatica. Tre premi per la recitazione ad Anna Sawai, Hiroyuki Sanada e Tadanobu Asano. Hacs ha vinto il premio come miglior serie comica, Baby Reindeer quello di miglior serie limitata e miglior attrice Jessica Gunning. Premi anche a The Bear (Jeremy Allen White) e The Penguin (Colin Farrell).
Demi Moore e i popcorn
Demi Moore ha approfittato della cerimonia per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Trent’anni fa un produttore mi ha detto che ero un’attrice ‘da popcorn’. All’epoca ho pensato di non poter ambire alla vittoria di un premio, di poter fare solo film di successo e incassare un sacco di soldi senza mai essere premiata per il mio lavoro. Così mi sono rassegnata, ho pensato che la mia carriera fosse finita. Poi è arrivata tra le mie mani la sceneggiatura di ‘The Substance’, audace e fuori dagli schermi: l’universo mi stava dicendo ‘tu non hai finito’».