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Silvio Garattini non prende antibiotici da 40 anni: «Ma non rinuncio al caffè. Con lo zucchero, perché fa bene»

Il professore a 96 anni: «Mi sembra strano. Quando ero bambino già arrivare ai sessanta era un traguardo

Silvio Garattini a 96 anni non prende antibiotici da 40. Però non rinuncia al secondo caffè della giornata. Con lo zucchero: «Il cervello ha bisogno di 90 grammi di zucchero al giorno, tra quelli semplici e quelli complessi. Io, per esempio, la sera non dico mai no a un dolcetto». Nell’intervista che rilascia oggi al Corriere della Sera il professore che ha fondato l’istituto Mario Negri dice che però non fa colazione: «No, bevo un primo caffè, poi un secondo e a pranzo prendo una spremuta d’arancia. Al massimo un paio di biscotti. Però faccio una buona cena: un primo, oppure una porzione di pesce e verdura. E, appunto, un dolce».

Cento anni

Garattini dice nel colloquio con Roberta Scorranese anche che arrivare a quasi cento anni «mi sembra strano. Quando ero bambino già arrivare ai sessanta era un traguardo. Il punto è che noi italiani viviamo a lungo ma male. Abbiamo quattro milioni e mezzo di diabetici: con la prevenzione giusta sarebbero molti meno. Ma la medicina è diventata un mercato: tanti farmaci e spesso prescritti inutilmente. Nessuno spiega mai perché si prescrivano con disinvoltura terapie antibiotiche preventive . Il tema della resistenza agli antibiotici è serio: ogni anno provoca circa 12 mila morti in Italia». Quando ha la febbre, dice, sta a casa. Farmaci però non ne prende, o quasi: «Io nulla. Anzi, no, mi è stato prescritto un anticoagulante perché ho avuto una leggera fibrillazione atriale. Basta».

La genetica e la longevità

Garattini dice che la genetica nella longevità nel suo caso nel suo caso non conta nulla: «Ho fatto a tempo a conoscere una sola nonna. Mio padre, poi, dovette cercarsi un secondo lavoro quando mia mamma si ammalò: io sono tra quelli che hanno conosciuto un’Italia senza Servizio sanitario nazionale. Chi oggi lo critica non sa che cosa vuol dire pagare per le terapie serie. Mia madre morì a 67 anni». Uno dei segreti, lo ribadisce, è il fumo: «Però in Italia ci sono quasi 13 milioni di fumatori e quel che è ancora più grave è che questi consumano in media 50 miliardi di sigarette in un anno. Un veleno che si diffonde ogni giorno nell’aria, ma anche nel terreno sotto forma di mozziconi spenti». E sulle sigarette elettroniche: «Lo sa che cosa ho scoperto grazie all’Istituto Superiore di Sanità? Che tanti iniziano con quella elettronica e passano poi a quella normale, quando doveva essere l’opposto».

L’alcool

Rinuncia anche agli alcolici: «Bevo la birra senza alcol. Ho anche assaggiato un vino tedesco simile, non è male. Secondo me la strada del futuro è quella». Importante invece è l’attività fisica: «Cinque chilometri di passeggiata veloce ogni giorno, guardi qui, il contapassi non mente. Non aiuta solo il fisico, ma anche la mente. Per me è una sorta di meditazione». Gli integratori alimentari, invece, «fanno bene solo a chi li vende». Mentre è importante tenere allenata la mente «lavorando. Faccio ricerca, scrivo, studio e pratico la buona divulgazione. Qualche giorno fa ho parlato davanti a ottocento studenti liceali». Il futuro, per lui, «ogni giorno è un gioco di equilibri tra la consapevolezza che l’indomani potrei non svegliarmi e la necessaria, benefica programmazione delle cose da fare a medio e lungo termine. Però, mi creda: ogni giorno oggi per me è un regalo».

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