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Acca Larenzia, saluti romani e urla «Presente» al raduno dei neofascisti: indaga la Digos – Il video

07 Gennaio 2025 - 19:54 Ygnazia Cigna
La commemorazione dell'assassinio dei militanti della Fronte della Gioventù diventa ancora una volta un caso politico

Roma torna a fare i conti con il presidio che ogni anno viene organizzato ad Acca Larenzia per l’anniversario della strage del 7 gennaio 1978: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, del Fronte della Gioventù, furono assassinati durante un agguato, Stefano Recchioni morì poche ore dopo durante gli scontri in un sit-in. Come ogni anno, migliaia di militanti di CasaPound e di altre formazioni di estrema destra si sono radunati oggi per commemorare i tre giovani uccisi. Davanti alla storica sezione di Acca Larenzia, i militanti hanno fatto saluti romani e risposto al richiamo dei nomi delle vittime con la parola d’ordine «Presente». Ed è subito polemica politica. «La chiamata del presente e il saluto romano sono inammissibili per una democrazia che è nata dalla resistenza e dalla lotta antifascista», dichiara Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e parlamentari di Avs. I video che hanno ripreso il saluto romano e la chiamata del presente sono ora al vaglio della Digos della questura di Roma per identificarne gli autori.

Il presidio antifascista e l’ira di Avs per i saluti romani

Non lontano da lì, sull’Appia Nuova, si è svolto un contro-presidio antifascista, organizzato da gruppi autonomi e studenti, per contestare le celebrazioni dell’estrema destra. La commemorazione di Acca Larenzia continua a rappresentare uno degli eventi più divisivi. Da un lato, i gruppi di destra sottolineano il sacrificio dei giovani uccisi; dall’altro, le forze antifasciste ricordano il pericolo di strumentalizzazioni e rigurgiti ideologici. Nelle scorse ore, durante la commemorazione, un residente si è fermato e ha urlato: «Viva la rivoluzione italiana, viva la resistenza. Merde». «Il paradosso è che è stato identificato un giovane che ha urlato viva la resistenza non chi ha inneggiato con simboli fascisti. Gridare “Viva la Resistenza e viva l’Italia antifascista”, come accaduto il 7 dicembre del 2023 alla prima dell’Opera a Milano, non è consentito in Italia sotto il governo Meloni», chiosa Bonelli.

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