Elisabetta Belloni e il toto-nomi sul successore: il peso del caso Cecilia Sala, chi rischia l’esclusione e chi c’è tra i favoriti
La gara per il posto di Elisabetta Belloni, attuale capo del Dis, dipartimento di pubblica sicurezza (vertice di raccordo dei servizi segreti interni ed esteri) era partita già parecchio tempo fa. Tanti, tra i vertici delle forze armate e della polizia avevano messo sott’occhio quella “scadenza naturale”, ben chiara nel calendario: maggio 2025. Prima di tutto perché è una casella di grande prestigio, ma pure perché da tempo circolava la voce che, in ogni caso, Belloni avrebbe lasciato il posto prima di maggio, quasi certamente in marzo, si diceva, quando alcune indicazioni di ruoli in collaborazione con Ursula von der Leyen sarebbero andate a posto.
Le dimissioni
Come noto, il 22 dicembre scorso Belloni ha deciso di tagliare il nodo prima ancora del previsto. Per una serie di incomprensioni con l’autorità delegata, Alfredo Mantovano e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ma anche per il rimpallo di responsabilità su come è stato gestito l’incrocio tra l’arresto di Mohammad Abedini in Italia, il 16 dicembre (ma confermato da Carlo Nordio solo il 20) e quello della reporter Cecilia Sala in Iran, il 19 dicembre. E, al di là dei diverbi, si è aperta la partita per la successione, che dovrà essere rapida, per non dare segnali di instabilità proprio mentre si tratta per riportare la giornalista in Italia prima possibile.
I candidati
Proprio per la celerità della sostituzione, tutti gli scenari che erano stati accreditati negli ultimi mesi sembrano essere ora vacillare. Soprattutto, stando almeno alle informazioni circolate nelle ultime ore, sembra difficile che la scelta cada su profili esterni agli attuali servizi segreti, sebbene almeno nel recente passato sia stata questa la consuetudine: al Dis un nome esterno ai servizi (anche in funzione di garanzia) alle agenzie Aise e Aisi qualcuno che sia già da tempo tra gli 007. Se davvero si andrà in controtendenza per la delicata contingenza del momento, sarà difficile quindi che il ruolo vada, ad esempio, al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che ha un buon rapporto con Alfredo Mantovano e che però al momento gestisce l’anno giubilare, incarico delicato anche sul profilo della sicurezza. O a Vittorio Rizzi, che viene dalla Polizia anche lui ma è attualmente vicedirettore dell’Aisi. Anche Andrea De Gennaro, comandante generale della Guardia di finanza è nella rosa, anche se, appunto, la scelta considerata più probabile è quella tutta interna con Bruno Valenzise, attuale direttore dell’Aisi, che potrebbe andare ad Dis, mentre Mario Cinque andrebbe ai servizi interni, anche per compensare la mancata nomina a comandante generale dei Carabinieri, ruolo andato a Salvatore Luongo, grazie al pressing di Guido Crosetto. È vero però che la scelta sarebbe in contraddizione con quanto accaduto negli ultimi anni, quindi non è detta davvero l’ultima parola.