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Auto elettriche, batterie e Starlink: tutte le cose che Elon Musk vuole vendere all’Italia

07 Gennaio 2025 - 08:50 Antonio Di Noto
Il governo starebbe lavorando sfruttare la connessione di Starlink per le comunicazioni istituzionali criptate. Ma questo non è l'unico investimento dell'imprenditore sudafricano nel nostro Paese

Nell’incontro di Mar-a-Lago non si è parlato di Starlink, ma il governo non ha smentito di avere colloqui in corso con Elon Musk per portare in Italia la connessione internet satellitare dell’imprenditore amico di Donald Trump. Il contratto sarebbe pronto e approvato dai servizi segreti e dal ministero della Difesa, secondo quanto riporta Bloomberg. Avrebbe durata di cinque anni con un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro da parte dell’Italia, che sfrutterebbe così la connessione satellitare criptata per comunicazioni internet e telefoniche del governo. Una mossa con cui il nostro Paese investirebbe in un diretto concorrente di Iris2, l’alternativa a Starlink sviluppata dall’Unione Europea. Ma Internet non è l’unico prodotto che Musk vuole vendere nel nostro Paese.

Un quarto delle auto elettriche vendute in Italia sono Tesla

Nello scorso anno, Tesla, la casa produttrice di auto elettriche dell’imprenditore sudafricano ha venduto in Italia oltre 15 mila veicoli, divisi quasi equamente tra Model 3 e Model Y. Insieme costituiscono circa un quarto del mercato delle auto elettriche in Italia. Nel 2024 sono state 65.989 le vetture elettriche acquistate nel nostro Paese: il 4,2% del totale delle auto immatricolate. Tra i motivi che frenano la diffusione dell’elettrico in Italia c’è anche la rete di ricarica, non ancora capillare e omogenea lungo la penisola.

Le batterie di Musk per l’Italia

Ma Musk ha pensato anche a questo con due modelli di accumulatori energetici – grandi batterie – che vuole portare anche qui: Powerwall e Megapack. La prima è un po’ più piccola e può essere spostata in casa per portare energia dove serve. La seconda è ben più grande, con 3,9Mwh di energia può alimentare circa 3.600 abitazioni per un’ora, tanto da stabilizzare la rete in caso di blackout, riporta il Corriere della Sera. Negli scorsi giorni, su LinkedIn, il futuro titolare del dipartimento di efficienza governativa degli Usa ha aperto le assunzioni alla ricerca di esperti dello stoccaggio energetico a Milano e Torino.

E tornando a Starlink, le comunicazioni istituzionali non sono l’unico ambito su cui Musk punta. L’obiettivo primario del sistema di satelliti facente capo a SpaceX è portare internet veloce in aree dove adesso non è disponibile. Non avendo bisogno di tanti cavi quanti ne necessita la connessione tradizionale, Starlink può arrivare più in fretta nei luoghi più remoti. Ciò consentirebbe all’Italia di avvicinarsi velocemente al raggiungimento di alcuni obiettivi del Pnrr – evidenzia La Repubblica – a patto che questi vengano stralciati e rifinanziati con fondi nazionali. L’area individuata da Musk per la sperimentazione è la montagna lombarda. Ma Starlink ha già 40 mila abbonati in Italia. Il prezzo per la prima installazione del kit è di 349 euro, poi 29 euro al mese. Dai satelliti i dati passano a grandi antenne sparse sul territorio, e da lì arriva nelle case.

Colao e il monopolista Musk

Intanto Vittorio Colao, che è stato ministro per l’Innovazione digitale nel governo Draghi, in un’intervista a Repubblica dice: «Attenzione a legarsi a società che dipendono troppo da singole persone e ad affidarsi a possibili monopolisti. Bisogna stare molto attenti a non creare una dipendenza strategica». I satelliti di Musk sono «una grande sveglia che suona per l’Europa, un monito a realizzare quello che ci siamo impegnati a fare tre anni fa sulla tecnologia spaziale. Se non ci muoviamo in fretta, presto non avremo alternative e saremo costretti ad alzare bandiera bianca. Sarebbe davvero un gran peccato».

Secondo l’ex ministro «servono affidamenti diretti dalla Ue a imprese europee capaci di operare in questo settore per accelerare la creazione di costellazioni che siano in grado di dare agli Stati membri una capacità autonoma. L’iniziativa europea Iris 2 è in ritardo e procede lentamente. E poi sarebbe saggio seguire le indicazioni contenute nel rapporto di Mario Draghi sulla competitività: l’osservazione della terra e la sicurezza delle comunicazioni devono diventare pilastri della politica industriale congiunta europea». Sarebbe quindi un errore secondo Colao «affidarsi al monopolista di turno. Trovo curioso che ci si preoccupi dello strapotere di aziende, tra l’altro meritevoli, come Microsoft e Google, ma non si veda lo stesso rischio in questo caso. Gli europei si lamentano di non avere servizi cloud e ora ci andiamo a mettere nelle mani di un potenziale nuovo monopolista?».

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