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La rivelazione di Matteo Renzi su Elisabetta Belloni: «Fu lei a riportare a casa i Marò»

07 Gennaio 2025 - 23:48 Diego Messini
Intervenendo su Rete 4 l'ex premier ricorda il ruolo chiave giocato dall'ormai ex capa del Dis nella controversia con l'India: «Ma non la volevo al Quirinale»

Dopo una lunga carriera che l’ha portata ad arrivare ai vertici prima della diplomazia, poi dei servizi segreti, Elisabetta Belloni ha gettato la spugna. Dopo lunghi attriti col governo, sono diventate di dominio pubblico le dimissioni dell’ambasciatrice da capo del Dipartimento di pubblica sicurezza (Dis). Il rapporto di Belloni col sottosegretario Alfredo Mantovano, col ministro degli Esteri Antonio Tajani  e con la stessa Giorgia Meloni – è ora emerso – si era guastato da tempo, e pure i tempi e modi con cui la sua uscita di scena è diventata pubblica hanno indispettito la premier. Ora in molti lasciano filtrare veleni su di lei. Non così Matteo Renzi. Ospite di È sempre Cartabianca, su Rete 4, l’ex premier ha concesso all’ex segretaria generale della Farnesina l’onore delle armi. A modo suo. «Sono stato tra quelli che ha avversato il piano sostenuto da un bel pezzo del centrodestra per portare la Belloni al Quirinale», ha rivendicato Renzi ricordando la finestra di opportunità che si aprì per l’ambasciatrice nel gennaio 2022, quando fu tra le candidate più solide alla presidenza della Repubblica, prima che lo stallo in Parlamento portasse alla rielezione di Sergio Mattarella. «Avversai quel progetto per il semplice fatto che non si passa dai servizi segreti al Quirinale», ricorda il leader di Italia Viva. Che con Belloni però lavorò a stretto contatto negli anni di Palazzo Chigi. E ora che lei è uscita di scena tiene a sottolineare un suo grande merito: «Se i Marò poterono finalmente fare rientro dall’India, fu merito suo. Avevo aperto diversi possibili canali, ma a risolvere il caso alla fine fu lei, non io».

Il caso dei marò e la campagna della destra

Il caso cui Renzi ha fatto riferimento ospite di Bianca Berlinguer è quello di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di marina italiani arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio del 2012 e rimpatriati in Italia solo quattro anni dopo al termine di una lunga battaglia diplomatico-giudiziaria. A seguire il dipanarsi della vicenda dalla Farnesina fu anche Belloni, prima nelle vesti di capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, poi in quello di segretaria generale del ministero degli Esteri. Per la liberazione dei due Marò fu all’epoca imbastita una pressante campagna politica e di stampa da parte della destra che fece di Latorre e Girone un simbolo. A sgolarsi per il loro rimpatrio c’era anche l’allora leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Che se quel caso si risolse per il meglio, è il messaggio implicito di Renzi, dovrebbe ringraziare oggi proprio Elisabetta Belloni. Che secondo alcune ricostruzioni dei giornali avrebbe rotto nelle ultime settimane col governo anche sulla gestione di un caso di «sequestro di persona» da parte di un Paese straniero pure più oltraggioso, quello di Cecilia Sala in Iran.

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