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«Mio padre è arrivato in ospedale a Palermo per una frattura alla spalla e, dopo 17 giorni, è morto»

07 Gennaio 2025 - 15:50 Alba Romano
palermo uomo frattura
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La denuncia della figlia di Giuseppe Barbaro: giorni di attesa prima di un intervento, le difficoltà per alimentarsi, i blocchi al letto, la polmonite. Sul corpo disposta l'autopsia

«Mio padre Giuseppe Barbaro è arrivato al pronto soccorso di Villa Sofia con la frattura alla spalla che si era provocato cadendo in casa il 21 dicembre. Fino al 24 è rimasto al pronto soccorso in una lettiga, in corridoio. La frattura veniva semplicemente fasciata e immobilizzata con indicazione di necessità di riduzione chirurgica da programmare “appena possibile”. Godeva di buona salute e non soffriva di altre patologie». Questo il racconto all’Ansa, della figlia dell’uomo, morto in ospedale, a Palermo, dopo 17 giorni d’attesa per un intervento chirurgico. «Ci è stato detto che non c’era posto in ortopedia e solo il 24 è stato portato in reparto. I medici ci hanno riferito che c’era un turno e che presto sarebbe stato operato. Durante i giorni antecedenti al trasferimento in reparto abbiamo più volte fatto notare che mio padre non poteva alimentarsi autonomamente per via della fasciatura alla parte superiore sinistra del corpo – aggiunge la figlia -. Gli infermieri rispondevano che lo avevano in carico come ‘autonomo’ e quindi non potevano far nulla. Sia il 22 che il 28 già manifestava segni di dissociazione e confusione mentale. Mi ha chiamato dicendo di essere legato al letto e il giorno dopo ho visto che era bloccato con fasce di plastica alle caviglie e al braccio destro. Solo quando ho protestato veniva finalmente slegato».

«Non è stato trasferito in terapia intensiva»

«Mi sono accorta – conclude – che aveva la febbre e solo allora gli è stato somministrato del paracetamolo. Il 30 dicembre l’alimentazione attraverso la flebo. Intanto il valore di sodio saliva fino a raggiungere 178. I medici ci hanno comunicato l’esistenza di diversi focolai pneumologici, segni di polmonite bilaterale. Il 3 gennaio mi hanno detto che non si riuscivano a far rientrare i valori del sodio e che era lecito aspettarsi un esito infausto. Nonostante questo mio padre non è stato trasferito in terapia intensiva ed è morto il 6 gennaio. La comunicazione mi è stata data da un sanitario che m’ha detto di essere appena arrivato da Napoli». Intanto sul corpo di Barbaro la procura ha disposto l’autopsia.

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