Ramy Elgaml, il video inedito dell’inseguimento dei Carabinieri prima della morte: «È caduto? Bene»
C’è un nuovo filmato a fare luce sul tragico incidente occorso la notte del 24 novembre scorso nel quartiere Corvetto di Milano, che ha provocato la morte del 19enne Ramy Elgaml. Le immagini inediete sono state diffuse questa sera dal Tg3. Si tratta di un video registrato dalla dash cam di un’auto dei carabinieri che mostra i momenti cruciali dell’inseguimento per le vie di Milano dello scooter su cui viaggiavano Ramy e il 22enne Fares Bouzidi. Quest’ultimo, al Gip ha dichiarato che la moto sarebbe stata colpita da dietro prima di finire fuori strada: «Una botta da dietro, un urto, poi ricordo solo di essermi risvegliato in ospedale». Le riprese ora documentano un primo impatto tra la “gazzella” dell’Arma e lo scooter. Nonostante lo speronamento, il mezzo a due ruote non cade subito. Le immagini sono accompagnate da alcune frasi pronunciate dai militari nella concitazione: dopo il primo contatto si sente chiaramente un’imprecazione: «Vaff** non è caduto». Poco dopo, mentre la moto prende la fuga, si sente un secondo commento del tutto analogo: «Chiudilo, chiudilo… no, mer** non è caduto».
January 7, 2025
Le frasi dei carabinieri
Dopo manovre spericolate tanto della moto quanto delle volanti che lo inseguono – entrambi prendono alcune vie contromano per averla vinta – il tragico culmine arriva al termine dell’inseguimento, in via Quaranta. Qui avviene un ulteriore contatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter che si è appena fermato su un marciapiede. Ramy come noto ha ormai perso il caso, a causa di un dosso sui cui la moto ha sobbalzato proprio alle spalle del Tribunale. L’urto con la gazzella sembra provocare la caduta dei due ragazzi. Via radio uno dei carabinieri comunica la caduta con un secco: «Via Quaranta, sono caduti». La risposta ricevuta da un collega è altrettanto glaciale: «Bene». Nel servizio viene trasmesso un altro frammento cruciale: due carabinieri si avvicinano a un giovane sul marciapiede con le mani alzate. Si tratta di Omar, il testimone che afferma di aver ripreso l’intera scena, e che sostiene di essere stato poi costretto dagli agenti a cancellare tutto dal telefonino. Attualmente, ci sono due carabinieri indagati per la morte del 19enne.