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Acca Larenzia, i saluti romani e l’unico identificato per aver urlato “Viva la Resistenza”: «Mi sono solo appellato alla Costituzione»

acca larentia saluti romani
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Si chiama Marco Cardilli e ha trent'anni: «Scene di questo tipo sono intollerabili per ogni Paese che abbia subito il fascismo, il nazismo»

Milletrecento saluti romani, milletrecento «Presente!», milletrecento braccia alzate nella notte di Roma. Ma per la celebrazione di Acca Larenzia a Roma l’unico identificato è Marco Cardilli, 30 anni, romano. Perché ha urlato «Viva La Resistenza, merde». Residente a due passi dalla ex sede di Acca Larenzia, Cardilli dice oggi a Repubblica che la Digos «invece di arrestare i manifestanti per apologia del fascismo identificano chi si appella alla Costituzione». Sono passati 47 anni da quando davanti alla sezione del Msi furono uccisi tre giovani militanti: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta raggiunti dalle raffiche di mitraglietta dell’estremismo rosso. E Stefano Recchioni ucciso ore più tardi negli scontri con i carabinieri.

Un raduno neofascista

In piazza c’erano pure gruppi neofascisti minori: Lealtà e Azione, Azione Frontale, Spqr Skinhead, a vigilare dalla notte sulla targa abusiva, firmata «i camerati», che il Comune di Roma aveva rimosso. Secondo Cardilli «è giustissimo che vengano commemorate le vittime della lotta armata. Un periodo nel quale ogni giorno venivano uccise delle persone, sia da parte delle organizzazioni di destra che di sinistra, ma non è assolutamente accettabile che questo luogo diventi Predappio». E sul rito del «Presente». «È inaccettabile che il momento di ricordo di tre ragazzi si trasformi in un raduno neofascista, con gente che fa il saluto romano e che inneggia pubblicamente al Ventennio». Invece è accaduto di nuovo. «Scene di questo tipo sono intollerabili per ogni Paese che abbia subito il fascismo, il nazismo: un periodo di guerre, campi di sterminio».

Gli orrori e la Costituzione

«Sono orrori che conosciamo tutti, che abbiamo studiato. Forse qualcuno non ha studiato, perché io sono stato identificato solo perché mi sono appellato alla Costituzione», aggiunge Cardilli. La Digos è al lavoro per identificare gli autori dei saluti romani. Alcuni sono gli stessi dei 31 che già rischiano il processo per le braccia tese del 2023. Tra questi il presidente di Casapound Gianluca Iannone.

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