Crisi dell’auto, Elkann chiede a Musk, Mercedes sceglie Volvo: le alleanze tra i big per evitare le multe Ue
L’accordo per congelare le multe europee alle case automobilistiche sembra ancora lontano. E così, per evitare di incappare in sanzioni multimilionarie, i costruttori del Vecchio Continente hanno dato il via a un valzer di alleanze. Nel 2025, scattano le prime multe per le aziende del settore auto che non sono riuscite a ridurre le emissioni di anidride carbonica entro i limiti stabiliti da Bruxelles. Ogni produttore ha un obiettivo specifico da raggiungere, calcolato in base al mix di veicoli che vende, ma gli esperti stimano che per scongiurare le sanzioni almeno il 20% delle auto vendute da ciascun costruttore dovrebbe rientrare nella categoria dei veicoli elettrici.
Cos’è il «pooling»
C’è però anche una strada alternativa che la Commissione europea mette a disposizione delle case automobilistiche europee: creare alleanze e mettere a fattor comune le proprie emissioni di CO2. Questa pratica, che prende il nome di pooling, consente alle aziende che sforano i limiti previsti da Bruxelles di unirsi ad alcuni competitor che producono solo vetture a batterie e che quindi possono permettersi di vendere crediti di carbonio senza il rischio di incorrere in sanzioni.
Le alleanze tra i costruttori europei
Al momento, sono due i «pool» creati dalle case automobilistiche europee. Il primo, guidato da Tesla, comprende Toyota, Ford, Mazda, Subaru e Stellantis (con tutti, o quasi, i suoi marchi). L’azienda di Elon Musk, che produce solo auto elettriche, venderà quote di emissioni di CO2 alle aziende competitor, tra cui proprio il colosso guidato da John Elkann, che potranno così evitare le multe di Bruxelles. Il secondo pool, più ridotto, comprende Volvo, Polestar, Mercedes-Benz e Smart. Attualmente, sono solo tre i grandi marchi europei che intendono correre in solitaria: Bmw, Renault e Volkswagen. I primi due potrebbero sperare di evitare le sanzioni europee anche senza unirsi ad altri competitor, mentre Volkswagen – che insieme a Ford è la casa automobilistica più distante dagli obiettivi di sostenibilità imposti dall’Ue – ha tempo fino a inizio febbraio per decidere se unirsi a uno dei pool creati nei giorni scorsi.
Il dibattito politico sulle multe
La decisione dei costruttori di creare alleanze per scongiurare le multe europee arriva proprio mentre da Bruxelles sembra allontanarsi l’ipotesi di un congelamento delle sanzioni. L’ultimo a escluderlo è stato il commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, secondo cui una revisione delle multe «causerebbe una distorsione» della concorrenza e danneggerebbe le aziende che in questi anni si sono attrezzate per centrare gli obiettivi di sostenibilità. Il governo italiano, con il ministro delle Imprese Adolfo Urso, è da mesi in prima linea nella battaglia politica per riaprire il regolamento europeo sulle auto, lo stesso che prevede lo stop alla produzione di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. La crisi del settore ha spinto altri esecutivi europei a sostenere le richieste dell’Italia, ma la Commissione europea – almeno per ora – sembra intenzionata a tirare dritto.
In copertina: Dreamstime/Claudiodivizia